ERBORISTICI E FITOTERAPICI

ERBORISTICI E FITOTERAPICI


ERBORISTERIA E FITOTERAPIA
In questi tempi di comunicazione globale, in alcuni casi “selvaggia” e non tutelata da una legge chiara, il consumatore-paziente si trova spesso nella difficoltà di comprendere alcune distinzioni che non sono di poco conto. Parlando di automedicazione con le piante medicinali occorre ricordare prima di tutto che l’Erboristeria è un'antica arte che si occupa della conoscenza delle piante (erbe, piante medicinali, officinali, aromatiche e spezie), della loro coltivazione, raccolta e conservazione. L’Erboristeria è anche un luogo, il negozio dell’erborista, dove si vendono erbe utili a scopi nutritivi e cosmetici. Negli anni settanta è scoppiato il boom dell’Erboristeria e dell’attività merceologica connessa. Ciò ha aperto la strada all’automedicazione con le erbe, facilitando i consumi, ma al tempo stesso facendo alzare il livello di rischio terapeutico. Diversamente dal termine Erboristeria, la parola Fitoterapia non indica mai un luogo, ma soltanto la “disciplina terapeutica” che dai tempi antichi si basa sull’uso di rimedi contenenti estratti da piante medicinali (dal greco Phyton: Pianta). E, oggi, deve essere supportata da uno specifico rigore scientifico. Non è una medicina “alternativa” ma la madre di tutte le terapie farmacologiche, poiché è proprio dalle piante che sono nati i primi farmaci. Negli anni 50-60 entrando in Farmacia la quasi totalità dei rimedi che il Farmacista proponeva era di derivazione naturale. Al Farmacista in quegli anni arrivavano riviste informative sull’uso corretto di questi rimedi con gli studi più recenti, le indicazioni terapeutiche, i dosaggi e gli effetti collaterali se e quando conosciuti. Una di queste riviste d’importante valore scientifico si chiamava semplicemente Fitoterapia. Da lì a poco l’industria del farmaco chimico ha avuto un forte sviluppo sostenuto da una ricerca scientifica importante, fino alla scoperta di importanti farmaci di sintesi salvavita. Gli studi sulla Fitoterapia, ripresi lentamente negli anni 90, parallelamente a una forte e rinnovata domanda di “naturale”, in breve tempo e con la messa a punto di nuove metodologie estrattive, hanno riportato l’attenzione sugli estratti da piante medicinali, con un’impostazione scientifica degna di una Fitoterapia moderna. Molte cose si conoscevano già negli anni '50, ma il ritorno a una disciplina terapeutica su base scientifica ha fortemente messo in evidenza che nell’assunzione di erbe medicinali non si può prescindere da una valutazione delle corrette indicazioni dei singoli rimedi, delle diverse tipologie dei prodotti finiti derivanti da piante oggi presenti sul mercato e quindi dei dosaggi, degli effetti collaterali delle singole piante, dei vantaggi ma anche delle pericolosità delle associazioni “fai da te”. Ogni rimedio naturale contiene un insieme di principi attivi, il fitocomplesso, che se somministrato in modo corretto può portare beneficio; se assunto in associazione con altre piante o con farmaci di sintesi può far nascere il problema delle interazioni pericolose.
Quindi, il suggerimento a chi si reca in Farmacia è di non limitarsi a chiedere “un prodotto di erboristeria”, ma di esigere un “consiglio adeguato di Fitoterapia”, avvisando il Farmacista esperto nel caso si stiano assumendo altri prodotti o si stia seguendo una terapia con farmaci di sintesi. Sicuramente il professionista sarà più tranquillo nel consigliare il rimedio più idoneo o nel dissuadere dall’assunzione errata di prodotti fitoterapici, consigliando il dosaggio giusto per ogni tipo di estratto, perché il Farmacista sà che sola dosis facit venenum, è la dose che rende una sostanza "veleno".

ALOE VERA
Aloe è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Aloeacee; il genere è originario del continente africano e molte specie sono distribuite in Sud Africa, la specie più nota è l’aloe vera. Caratterizzano la pianta le lunghe foglie carnose lanceolate che ospitano delle spine lungo tutto il loro perimetro.
L’aloe vera è particolarmente conosciuta grazie alle sue proprietà fitoterapiche.
I riferimenti terapeutici risalgono a 5.000 anni fa: nell’antico Egitto l’aloe vera era considerata una "pianta magica" che poteva aiutare il faraone defunto a trovare il cammino verso il regno dei morti. I Maya utilizzavano la pianta per trattare il mal di testa, mentre gli antichi romani la usavano per le sue proprietà cicatrizzanti.
Certe proprietà, a onor del vero sono riconosciute, ma molte altre, complice una generalizzazione che è uno dei più comuni errori di chi opera nel naturale, sono state ingigantite.
Le sostanze presenti nell’aloe vera possono essere distinte in quattro grandi categorie:
fra i principali costituenti dell’aloe vera troviamo i mucopolisaccaridi, polisaccaridi complessi ai quali vengono attribuite proprietà gastroprotettrici; questi carboidrati, infatti, aderiscono allo stomaco formando una specie di pellicola che funge da strato protettore contro gli attacchi degli acidi gastrici o di altri agenti irritanti. Un’altra proprietà attribuita ai mucopolisaccaridi è quella di favorire la risposta immunitaria aiutando conseguentemente l’organismo a proteggersi da attacchi di agenti patogeni.
Le riconosciute proprietà cicatrizzanti e riepitelizzanti dell’aloe vera vengono attribuite ai glucomannani, sostanze ritenute in grado di stimolare l’attività dei macrofagi, favorire la crescita cellulare e quella tissutale, la proliferazione dei fibroblasti. I glucomannani agiscono anche incrementando la sintesi del collagene e favorendo la riepitelizzazione.
La seconda categoria di costituenti dell’aloe vera è quella degli oligoelementi, in particolare minerali e vitamine; tra i primi si ricordano il manganese e il selenio, mentre tra le seconde si ricordano la vitamina A, la C, la D, la E e le vitamine del gruppo B. Al mix vitamine-minerali sono attribuite potenzialità antiossidanti.
Il terzo gruppo di sostanze è rappresentato dagli steroidi, sostanze dalla spiccata attività antinfiammatoria. L’attività antinfiammatoria è attualmente la proprietà dell’aloe vera maggiormente studiata.
La quarta categoria di costituenti è rappresentata dagli antrachinoni, glicosidi che stimolano la peristalsi intestinale; si devono agli antrachinoni le spiccate proprietà lassative dell’aloe vera.
Molti prodotti con nomi commerciali blasonati si basano su aloe vera. Purtroppo ne contengono percentuali minime. Per la massima efficacia occorre usare aloe vera concentrata in gel.
Esistono alcune ricerche che avrebbero rilevato l’utilità dell’aloe vera in alcuni tipi di tumori (per esempio quelli infantili). In realtà, si tratta di studi su animali e gli stessi ricercatori mettono in guardia dai facili entusiasmi. Dire che l’aloe vera ha proprietà antitumorali è quindi ottimistico e scientificamente falso: è corretto dire che esistono linee di ricerca che stanno studiando la pianta.
L’aloe vera può essere coltivata in vaso oppure in piena terra. La coltivazione può venire effettuata sia per semi sia per talea. Come molte altre piante succulente (piante grasse) si adatta sia alla coltivazione esterna sia a quella in vaso all’interno delle abitazioni.
L’Aloe vera può essere assunta in forma di integratori alimentari, in commercio non mancano formulazioni al 100% naturali: di solito, ogni compressa da 100 mg di integratori alimentari a base di Aloe Vera, corrisponde a un concentrato di 20 ml di succo di aloe. Al momento dell’acquisto di un integratore di questo genere, assicuratevi che le compresse siano prive di aloina e ricavati direttamente dalla pianta fresca con un sistema di lavorazione a freddo, solo in questo modo sarete certi di acquistare un prodotto quanto più naturale possibile.
In commercio non mancano succhi a base di aloe vera, l’unico neo sono i prezzi che superano i 10 euro. I succhi a base di Aloe Vera non sono e non devono essere considerati come i classici succhi di frutta, anche se in commercio si trovano degli abbinamenti in stile “Succo di Aloe Vera e Arancia Rossa” oppure “Succo di Aloe Vera e concentrato di Mirtillo”. I succhi a base di Aloe Vera vanno considerati al pari di integratori alimentari e vanno assunti senza superare le dosi indicate dal produtore.

GLUCOMANNANO
Il glucomannano è noto come polisaccaride idrosolubile ad alto peso molecolare, ma viene utilizzato come fibra alimentare. Svolge il ruolo di additivo alimentare, emulsionante e addensante, viene utilizzato con frequenza nel campo delle diete e degli integratori come elemento dimagrante e rimedio naturale. Può risultare utile contro la stitichezza, grazie a un naturale effetto lassativo, quindi contrastare l’innalzamento del colesterolo e l’obesità. Se assunto regolarmente possiede la capacità di attirare molta acqua e, aumentando di volume, assumere una forma gelatinosa. In questo caso si prova un senso di sazietà, riducendo al contempo l’assorbimento di grassi e zuccheri. Per questo motivo riesce a svolgere un ruolo interessante anche nell’alimentazione di chi soffre di diabete, ovviamente solo su indicazione medica.
Non solo: grazie al rapido transito intestinale i grassi non interagiscono per troppo tempo con la parete intestinale. In questo modo il rilascio delle tossine non agisce in modo preponderante, garantendo livelli di colesterolo adeguati e contrastando la formazione di problematiche tumorali legate al colon e al tratto digerente. È considerata una "fibra pulitrice", proprio per l’effetto lassativo, che favorisce l’eliminazione di ristagni alimentari quindi quella dei batteri. È un rimedio naturale che ripulisce e disintossica il corpo senza incidere sulla naturale assunzione di sali minerali e oligoelementi.

CRUSCA D'AVENA
La crusca d’avena è la parte rimanente del processo di lavorazione e raffinazione del cerale avena. La crusca corrisponde alla parte esterna del chicco, composto di tre strati: l’esicarpo, il mesocarpo e l’endocarpo, quest’ultimo ricco in fibre e minerali; la testa, ricca in vitamine ed enzimi; grani di aleurone, ricchi in proteine e grassi.
A differenze dalla crusca d’avena, l’avena raffinata perde queste parti del chicco durante la lavorazione e con esse una serie di nutrienti importanti per la nostra dieta. I cerali integrali sono tra i cibi più ricchi in fibre solubili e insolubili. La crusca d’avena, in particolare, ha un contenuto di fibre solubili molto più alto di tutti gli altri cereali. Per cosa possono essere utili le fibre solubili? Una varietà di sostanze contenenti fibra solubile sono state di recente studiate al fine di valutare l’effetto sull’abbassamento del tasso di colesterolo. Studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della crusca d’avena assieme allo psillio e alla gomma di Guar. Si ritiene che le fibre solubili possano contribuire all’abbassamento del livello di colesterolo.
La crusca d’avena contiene fibre solubili, tra cui i beta-glucani che sono utili nella lotta ai chili di troppo. Assumendo un paio di cucchiai di crusca d’avena al giorno si elimina la fame nervosa. Ciò accade Le fibre solubili hanno un’elevata capacità di assorbimento, superiore a 20 volte il loro volume d’acqua. Se la crusca viene consumata durante un pasto, una volta che arriva nello stomaco, si riempie d’acqua e crea una patina gelatinosa che ricopre le pareti dello stomaco, si gonfia e restituisce un rapido senso di sazietà. La sazietà è fondamentale per la riuscita di un regime dietetico, dato che a decretarne il fallimento il più delle volte è la fame nervosa che vanifica sforzi e sacrifici. La patina, inoltre, grazie alla sua elevata viscosità, rallenta l'assorbimento dei grassi e degli zuccheri, ovvero riduce l'apporto calorico del pasto. L’avena diventa una sorta di integratore naturale che, se introdotto in una dieta sana seguita con regolarità, restituisce subito i primi benefici.
QUINOA
La quinoa è una pianta erbacea appartenente alla stessa famiglia di spinaci e barbabietole, ma spesso scambiata per un cereale, per via dei suoi chicchi che la rendono molto simile a tale categoria alimentare e vegetale.
Per gli Inca rappresentava un alimento tanto prezioso da essere soprannominata "Madre di tutti i semi". La quinoa è un alimento benefico e molto versatile in cucina.
La quinoa contiene tutti i 9 aminoacidi essenziali necessari al funzionamento del nostro organismo, presentando nel complesso un buon equilibrio tra proteine e carboidrati. Il suo contenuto proteico è superiore a quello di riso, miglio e grano.
E' inoltre un'importante fonte di riboflavina (vitamina B2), ritenuta in grado di ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania e di favorire i processi metabolici delle cellule muscolari e cerebrali. Le saponine contenute nella quinoa sono considerate capaci di promuovere la guarigione delle lesioni della pelle.
La quinoa non contiene glutine e può essere consumata con tranquillità da chi soffre di celiachia o di intolleranza ad esso. Oltre ad alcune vitamine del gruppo B, la quinoa contiene vitamina C e vitamina E, che svolge un'importante funzione protettiva nei confronti dell'apparato circolatorio e dei tessuti corporei, grazie alla sua capacità di contrastare i radicali liberi.
.
RABARBARO
In erboristeria il rabarbaro più utilizzato è il rabarbaro cinese.
I principi attivi contenuti nel rabarbaro sono derivati idrossiantracenici, tannini e flavonoidi.
Il rabarbaro viene consigliato generalmente in fitoterapia per le sue proprietà aperitive, stomachiche, depurative e lassative.  
Vista la notevole presenza di tannini, spesso il rabarbaro viene consigliato in caso infezioni a livello intestinale e, per uso cutaneo, come astringente. Il rabarbaro viene altresì utilizzato per effettuare la disinfezione del cavo orale (risciacqui e gargarismi) e anche per trattare afte e ustioni.
L’utilizzo del rabarbaro come fitoterapico deve limitarsi al trattamento di disturbi di scarsa rilevanza clinica; un utilizzo eccessivo di prodotti fitoterapici a base di rabarbaro può essere causa di irritazioni della parete intestinale; visti i suoi effetti lassativi, un utilizzo improprio di rabarbaro potrebbe inoltre provocare diarrea e conseguente perdita di elettroliti.
È sconsigliato il contemporaneo utilizzo di rabarbaro e farmaci ad azione diuretica, farmaci a funzione antiaritmica e farmaci a base di cortisone.
L’utilizzo eccessivo e prolungato di rabarbaro può essere causa, nonostante le sue proprietà lassative, di costipazione.
L’uso di rabarbaro è sconsigliato alle donne in gravidanza e a quelle che allattano, in particolar modo a queste ultime, perché alcune sostanze contenute nella pianta possono conferire al latte materno un sapore alquanto sgradevole.
L’utilizzo di prodotti a base di rabarbaro è controindicato a quei soggetti che soffrono dicolite, ulcera, calcolosi renale, prostatite ed emorroidi.

BROMELINA
Da tempo sono note le qualità curative dell’ananas. L’ananas contiene infatti un estratto, la bromelina, che è un diluente naturale del sangue e un agente antinfiammatorio.
Negli integratori, la bromelina è generalmente associata ad un complesso di proteine enzimatiche e di altre sostanze minori estratte dal gambo di questo frutto. Nel loro insieme, tali sostanze possono essere d'aiuto nella digestione degli alimenti ricchi di proteine, come quelli carnei, rivelandosi utili in presenza di dispepsia.
Come la bromelina agisca non è ancora chiaro. Ma sembra che sia in grado di "spezzare" le molecole di fibrina, una proteina che rende il sangue denso e può impedire la circolazione. La bromelina sembra anche in grado di alterare la produzione di sostanze che causano dolore e gonfiore. Quando l’infiammazione si riduce, il sangue può affluire più facilmente alla zona che ha subito il trauma, riducendo il dolore e accelerando la guarigione.
I medici dell’Università del Connecticut hanno studiato l’efficacia della bromelina come antinfiammatorio in caso di asma e altre malattie infiammatorie dei polmoni.
L’ananas contiene un mix di antiossidanti (vitamina C, vitamina A e manganese) che aiutano a prevenire i danni causati dai radicali liberi alle cellule del nostro corpo. È ormai risaputo che i radicai liberi hanno un ruolo nell’insorgenza del cancro 2.
L’enzima bromelina, che si trova solo nell’ananas, può inoltre contribuire l’inibizione della crescita di cellule maligne nei polmoni, nel seno e delle ovaie, secondo quanto emerso da recenti ricerche.
La bromelina è efficace come alternativa a paracetamolo e anti-infiammatori non steroidei (FANS).


PAPAYA FERMENTATA
Fra le proprietà della papaya fermentata, bisogna ricordare innanzi tutto la sua azione antiossidante. Il tutto è merito degli enzimi che essa contiene e che sono in grado di esercitare un effetto di ringiovanimento. Spesso accade che con l’alimentazione moderna non disponiamo dell’adeguata quantità di enzimi, a causa della cottura e della conservazione di cibi. Ecco perché la papaya fermentata appare fondamentale come integrazione del nostro regime alimentare.
La papaya fermentata riesce a proteggere dal rischio di incorrere in malattie cardiovascolari e degenerative. Tutto ciò è dovuto all’azione dei flavonoidi, che riescono a regolare la permeabilità dei vasi sanguigni e favoriscono la circolazione del sangue. Inoltre hanno la capacità di inibire la sintesi di alcuni enzimi, che sono implicati nella formazione dei tumori.
Il prodotto è ricco anche di vari sali minerali, come il potassio, il magnesio e il calcio, che sono importanti per le ossa e infatti riescono a prevenire l'osteoporosi. Da non dimenticare la vitamina E, che riesce a rendere la pelle più elastica.
La papaya svolge un’importante azione nel favorire la digestione, in quanto riesce a promuovere la degradazione delle proteine. Inoltre facilita l’eliminazione delle tossine dal corpo.
La sostanza in questione riesce a rafforzare il sistema immunitario, perché aiuta a ristabilire l’equilibrio acido – base. Non si deve sottovalutare il potere energizzante, che comunque corrisponde ad un basso apporto di calorie.

CHITOSANO

Il chitosano deriva dalla deacetilazione della chitina, un polimero che protegge i crostacei conferendo durezza e resistenza a gusci e corazze.
In campo industriale il chitosano viene prodotto ed utilizzato per purificare le acque marine, sfruttando la sua capacità di attirare composti oleosi come il petrolio. Questa interessante caratteristica rende il chitosano una sostanza particolarmente interessante non solo per l'ambiente, ma anche per l'organismo umano. Sebbene il nostro corpo non sia in grado di digerire questa fibra, la sua capacità di assorbire i grassi favorendone l'eliminazione con le feci viene sfruttata in molti prodotti destinati alle persone sovrappeso o con elevati livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue.
Il chitosano potrebbe rivelarsi utile anche nei casi d'insufficienza renale cronica, contribuendo alla riduzione dei livelli di urea e di creatinina.
L'azione del chitosano è potenziata dalla contemporanea assunzione di acido ascorbico (antiossidante) e da un'altra sostanza contenuta nella garcinia cambogia (acido idrossicitrico).
Se ne consiglia l'assunzione di 1 - 1,2 grammi in prossimità dei pasti principali (pranzo e cena). Come tutti gli integratori o farmaci dedicati al controllo del peso, anche il chitosano dev'essere affiancato da un'alimentazione corretta ed equilibrata.

BETULLA
Le foglie di betulla sono utilizzate in fitoterapia per le proprietà diuretiche e depurative.
L’azione depurativa è coadiuvata da quella diuretica. L’incremento di emissione di urina facilita l’eliminazione dell'acqua e delle sostanze in eccesso, accumulate nell’organismo, come il colesterolo e gli acidi urici che provocano reumatismi e gotta. Per questo motivo la betulla è impiegata nella cura dell’ipertensione e della ritenzione idrica.
L'effetto diuretico diventa una sorta di "lavaggio” antisettico nelle affezioni delle vie urinarie, come la cistite.
La pianta inoltre è uno dei rimedi elettivi nella cura della cellulite, in quanto aiuta l’eliminazione e la scomparsa dei noduli fibroconnettivali, caratteristici di questo inestetismo cutaneo riduce, inoltre, nettamente l'impastamento e la componente dolorosa, ed elimina i liquidi ristagnanti nei tessuti.
La proprietà detossinante è rivolta al nostro sistema linfatico che utilizza la potente azione drenante della linfa dell’albero per depurare l’organismo da tossine in eccesso, che trattengono i liquidi: cure farmacologiche, terapie cortisoniche o ormonali, iperuricemia e ipercolesterolemia.

PILOSELLA
La pilosella è principalmente un potente diuretico, che raddoppia il volume dell’urina, e perciò viene utilizzata nel trattamento degli inestetismi della cellulite, gonfiore alle caviglie, edemi degli arti inferiori, ritenzione idrica specie se conseguente a disordini alimentari o trattamenti farmacologici.
Grazie a quest’azione drenante si favorisce l’eliminazione delle tossine, utile in caso di ipertensione, azotemia alta, iperuricemia e reumatismi. Alla pilosella, infatti, viene riconosciuta anche la capacità di promuovere l'escrezione ed il deflusso della bile, che contribuisce alla detossificazione epatica. 
La pianta è particolarmente utile in presenza di calcolosi urica e contribuisce a depurare il sangue dagli eccessi di un'alimentazione ricca in proteine animali.
L’azione antisettica delle vie urinarie è svolta dall’umbelliferone, un’idrossicumarina dotata di proprietà antibiotica nei confronti, di microbi e batteri che provocano cistiti, uretrite, infezioni del tratto urogenitale, anche della brucellosi (o febbre maltese). Inoltre favorendo la diuresi, facilita l'eliminazione degli agenti patogeni attraverso le urine. Le cumarine, i flavonoidi e i triterpeni promuovono i processi riparativi e protettivi a livello della mucosa vescicale e dei tessuti delle vie urinarie.
Infine per la presenza dei tannini è usata anche come antiemorragiche, per favorire la cicatrizzazione nelle emorragie sia interne che esterne, traumatiche o infettive.

TARASSACO
La radice del tarassaco possiede proprietà depurative, in quanto stimola la funzionalità biliare, epatica e renale, cioè attiva gli organi emuntori (fegato, reni, pelle) adibiti alla trasformazione delle tossine, nella forma più adatta alla loro eliminazione (feci, urina, sudore). I principali componenti del suo fitocomplesso sono alcoli triterpenici, steroli; vitamine (A,B,C,D); inulina, principi amari(tarassacina), sali minerali che conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive.
Queste sostanze anche proprietà purificanti, antinfiammatorie e disintossicanti nei confronti del fegato: favoriscono l’eliminazione delle scorie (zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici) rendendo il tarassaco una pianta epatoprotettiva, indicata in caso di insufficienza epatica, itterizia e calcoli biliari.
Stimola, inoltre, le secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico (saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali) e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria.
Nella tradizione contadina il tarassaco è anche conosciuto come “piscialetto”, appellativo che suggerisce le proprietà diuretiche della droga. Di tali proprietà sono responsabili i flavonoidi e in parte i sali di potassio, che stimolano la diuresi favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso. La sua assunzione è perciò indicata in caso di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione.
Infine il tarassaco è in grado di riattivare la funzione immunologica e potenziare la risposta immunitaria del sistema linfatico. L’ossido nitrico (NO), in esso contenuto, è implicato nei processi di regolazione e difesa del sistema immunitario: agisce infatti come un messaggero intracellulare stimolando l’attività fagocitaria delle cellule.
TÈ VERDE
I germogli delle foglie e le foglie giovani del tè verde contengono la più alta percentuale di principi antiossidanti che si trova in natura, utili per contrastare la formazione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. I polifenoli presenti sono anti-radicali, più potenti persino della vitamina C ed E.
L’azione antiossidante è data principalmente dai flavonoidi e in particolare dalle catechine che contribuiscono a sostenere le funzioni cardiache e concorrono al mantenimento di un buono stato di salute. Queste sostanze riducono inoltre i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi esercitando, per questo, un'azione protettiva dalle malattie cardiovascolari, nell'aterosclerosi e nelle malattie coronariche.
I ricercatori dell'Università di Tohoku, in Giappone, hanno dimostrato che il consumo regolare di tè verde contrasta la perdita delle facoltà cognitive e aiuterebbe a prevenire l’insorgenza del morbo di Parkinson e la sindrome di Alzheimer. Un vero e proprio elisir di giovinezza per il cervello; pare infatti che bere regolarmente tè verde garantisca alle cellule cerebrali freschezza ed efficienza. Non a caso, in Giappone dove, da secoli, il tè verde è un rito, si registrano percentuali assai basse di forme di demenza senile.
Diversi studi hanno dimostrato che il tè verde ha anche una preventiva attività inibitoria contro la cancerogenesi. Tra i principi attivi che conferiscono alla pianta proprietà antitumorali il più importante è chiamato epigallocatechina gallato (EGCG) perché inibisce la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali.
Un'altra interessante proprietà ascritta al tè verde è quella dimagrante; dovuta alle metilxantine (caffeina, teobromina, teofillina) con effetto sul metabolismo. Hanno azione ipoglicemizzante, perché riducono l'assorbimento degli zuccheri; e lipolitica, in quanto favoriscono l'eliminazione dei grassi dagli adipociti, per stimolazione enzimatica. Queste sostanze promuovono perciò la perdita di peso, favorendo la mobilitazione dei grassi localizzati nel tessuto adiposo e la loro eliminazione a scopo energetico.
Questa azione detossinante si esplica attraverso la diuresi: favorendo, come abbiamo detto, l’eliminazione di grassi e zuccheri mediante il drenaggio dei liquidi, l’assunzione della pianta è indicata in caso di ritenzione idrica, cellulite e infezioni delle vie urinarie.
E Inoltre l’alta percentuale di fluoro permette la mineralizzazione dello scheletro e dello smalto dei denti (anti carie).
FUCUS
Il fucus (o quercia marina) è un'alga bruna molto adoperata nell’ambito erboristico, soprattutto ai fini del dimagrimento. Contiene infatti tantissimo iodio che, agendo sulla tiroide, stimola il metabolismo basale accelerando la perdita di peso, pertanto, è indicato per coloro che bruciano poco perchè stimola la ghiandola tiroidea a lavorare di più.
Allo stesso tempo occorre cautela nel suo utilizzo, gli ipotiroidei non dovrebbero farne uso per non peggiorare la situazione dato che la loro tiroide lavora già troppo e chi assume ormoni sintetici o altri farmaci  è meglio che scelga rimedi naturali diversi dal fucus.
Non deve essere usato insieme ai farmaci per la cura del diabete in quanto può diminuire il livello degli zuccheri nel sangue.
Da non assumere inoltre con farmaci coagulanti dato che fluidifica il sangue in associazione con questi e potrebbe quindi provocare emorragie.
Il fucus è disponibile sottoforma di alghe essiccate da far ammollare in acqua, gocce, tintura madre, tisane e capsule. Lo trovate spesso in abbinamento ad altri preparati come il thè verde, la pilosella o il tarassaco negli integratori comunemente in commercio, per abbinare all’effetto dimagrante anche l’azione depurativa di queste piante. Siccome il sapore del fucus è piuttosto disgustoso, per non parlare dell’odore tipico del pesce, spesso si preferisce la formulazione in capsule tra l’altro più pratica.
In commercio esistono molti prodotti a base di fucus come abbiamo visto, ma sarebbe meglio farsi preparare magari un mix di fucus con qualche altra pianta dal farmacista.

SALE IODATO
Il sale iodato è un sale da cucina, che viene ricavato dalle acque del mare o dalle miniere di salgemma. Ad esso si aggiunge lo iodio in modo artificiale, sotto forma di ioduro o di iodato di potassio. I suoi utilizzi sono molto importanti, in quanto questo tipo di sale aiuta la tiroide a sintetizzare gli ormoni tiroidei. Inoltre fa molto bene ai bambini, per combattere la carenza iodica ed evitare i possibili deficit che ne possono derivare. Gli usi che se ne possono fare a tavola sono gli stessi del sale alimentare comune. In ogni caso bisogna stare attenti alle controindicazioni, che riguardano, ad esempio, chi soffre di ipertiroidismo.

ISOFLAVONI DI SOIA
Gli isoflavoni appartengono alla categoria dei fitoestrogeni, sostanze di origine vegetale strutturalmente e funzionalmente simili agli estrogeni prodotti dall'organismo (in modo particolare da quello femminile).
In età fertile gli isoflavoni equilibrano l'attività degli estrogeni prodotti dall'organismo, proteggendolo da alcune forme tumorali, come il cancro al seno, più frequenti nelle donne con elevati livelli di questi ormoni. La genisteina, il principale isoflavone contenuto nella soia, si è dimostrata efficace nel ridurre la crescita dei vasi sanguigniche nutrono i tumori. Ciò sembra spiegare anche l'effetto protettivo che la soia, secondo alcuni studi, avrebbe nello sviluppo del cancro alla prostata nell'uomo.
Nelle popolazioni in cui il consumo di soia è elevato presentano una minore incidenza di alcune forme tumorali, un ridotto tasso ematico di colesterolo e una minore incidenza dell'osteoporosi nel periodo postmenopausale.
Essi risultano particolarmente utili nel climaterio e nella menopausa per sopperire alla carenze ormonali che si manifestano in questa fase della vita. La menopausa, infatti, è una situazione fisiologica che s'instaura attorno ai 50 anni di vita ed è dovuta ad importanti mutamenti ormonali conseguenti alla cessazione delle funzioni ovariche, in particolare alla diminuita secrezione di ormoni estrogeni.

VITE ROSSA
La Vite rossa, conosciuta col nome di Vite comune, è un arbusto rampicante appartenente alla famiglia delle Vitaceae. Le foglie alla fine del loro ciclo vitale perdono la normale colorazione verde, acquisendo una caratteristica colorazione rossa.
Il frutto della Vite rossa è l'acino, una bacca tipicamente riunita in grappoli, che tutti conosciamo col nome di Uva, molto ricca di zuccheri, utilizzata da tempi remoti per la vinificazione. Il frutto con i semi (vinaccioli), la buccia degli acini e le foglie della Vite rossa sono ricchi di derivati polifenolici, sostanze antiossidanti.
Le foglie della Vite rossa hanno proprietà astringenti, diuretiche
, tonificanti delle pareti venose, delle quali riducono la permeabilità, riducendo così la formazione di edemi.
Il frutto è molto nutriente per il suo alto contenuto zuccherino (perciò è sconsigliato ai diabetici), è lassativo, diuretico, rinfrescante.
I semi (vinaccioli) e la buccia degli acini hanno proprietà antiossidanti, proteggono gli endoteli venosi e ne migliorano l'elasticità, svolgendo una funzione fondamentale nella prevenzione dei disturbi cardiocoronarici.
La vite rossa è utile in caso di insufficienza venosa degli arti inferiori, fragilità capillare, emorroidi, flebite, couperose, varici, patologie cardiovascolari e a carico della rètina, in tutti i disturbi circolatori in genere, per rallentare i processi di invecchiamento dovuti all'azione dei radicali liberi.

TISANE
Le Tisane sono una miscela di due o più piante fresche o secche, che devono essere sminuzzate per poterne sfruttare le proprietà: il grado di sminuzzamento è importante, in quanto può influire sull’estrazione dei principi attivi.
Di solito le tisane vengono assunte a dosaggi non molto alti (1-2 cucchiaini per tazza) e per tempi lunghi; le tisane possono essere preparate per infusione o decozione, in base al tipo di piante che le compongono.
Gli Infusi consistono nel versare dell’acqua bollente sui vegetali essiccati e nel lasciare il tutto a riposare in un recipiente idoneo di vetro o acciaio inox per un tempo compreso tra i 5 e i 20 minuti. Trascorso il tempo gli infusi si filtrano e si bevono (eventualmente dolcificando il tutto con del miele che non ne altera le proprietà).
Ecco alcune ricette per delle ottime tisane dalle varie proprietà:

Ingredienti della tisana dimagrante: 
- 30g di marrubio (le sommità fiorite)
- 20g di frassino (le foglie)
- 30g di bardana (la radice)
- 40g di quercia marina (tallo intero essiccato)
Miscelare in maniera omogenea tutti gli ingredienti della tisana dimagrante. Dosate 10g di miscela e fate bollire per 3-4 minuti in 2,5 dl d’acqua. Lasciate riposare la tisana dimagrante in infusione per 10 minuti e filtrate avendo cura di spremere bene i componenti.Consumate una tazza di tisana dimagrante calda al giorno, ½ al mattino e ½ alla sera, lontano dai pasti. L’assunzione va continuata per 20 giorni, quindi si sospende per 15 giorni e, in caso di necessità, può essere ripetuta per altri 20 giorni.

INGREDIENTI DELLA TISANA RILASSANTE
- Biancospino
- Lavanda
- Tiglio
- Camomilla
- Melissa
Mescolate tutti gli ingredienti della tisana rilassante in parti uguali o a seconda del gusto. Mettete due cucchiaini di miscela in acqua bollente e lasciare in infusione per alcuni minuti. Filtrate ed eventualmente dolcificate con del miele che non altera le proprietà della tisana.

INGREDIENTI DELLA TISANA DIURETICA
- Equiseto
- Finocchio amaro
- Foglie di betulla
- Ortosiphon in foglia
- Foglie di frassino
- Prezzemolo
- Pianta e radice tarassaco
Miscelate tutti gli ingredienti delle tisane diuretiche in parti uguali. Mettete in infusione un cucchiaio del mix di erbe in una tazza di acqua bollente per circa 10 minuti. Filtrate.

INGREDIENTI DELLA TISANA DIGESTIVA
- Finocchio
- Origano
- Achillea
- Anice
- Camomilla romana
- Alloro
Mescolate tutti gli ingredienti della tisana digestiva in parti uguali o a seconda dei vostri gusti. Mettete in infusione due cucchiaini della miscela in una tazza di acqua bollente. Filtrate ed eventualmente dolcificate con del miele che non altera le proprietà delle erbe.

CARBONE VEGETALE
Il carbone vegetale, anche chiamato carbone attivo, è un minerale ricco di proprietà benefiche. E’ indicato per il trattamento di gonfiorefermentazioni intestinali e gastriti; inoltre, è anche un ottimo rimedio naturale per migliorare la digestione. Il carbone vegetale, infatti, è in grado di trattenere l’aria che si sviluppa a livello gastrico o intestinale eliminando il gonfiore e la tensione addominale, ma anche le infiammazioni.
Il carbone vegetale viene ricavato per distillazione secca dal legno di betulla e da altri legni appartenenti ai generi Salix, Populus e Tilia. Dopo un opportuno lavaggio, si ottiene l’estratto che si presenta sotto forma di polvere di colore nero, fine ed inodore. E’ utile nel trattamento di:
  •  aerofagia
  • coliti
  • fermentazioni intestinali
  • gastriti
  • bruciore di stomaco
  • diarrea
  • dolori intestinali
  • flatulenza
  • gonfiore addominale
  • catarro
  • digestione difficile
  • intossicazioni o avvelenamenti
Il carbone attivo costituisce uno dei più potenti adsorbenti che si conoscano al giorno d’oggi, poiché è in grado di trattenere tutto ciò che è indesiderato nel tubo digerente, come i batteri patogeni e le tossine. Diversi studi, inoltre, hanno dimostrato che può essere un buon rimedio contro il colesterolo e l’alito cattivo dovuto ad una anomala fermentazione intestinale.
Il carbone vegetale si trova generalmente sotto forma di capsule, tavolette, compresse o come componente di integratori alimentari. Si può consumare tranquillamente, senza però superare le dosi consigliate. Può essere preso sia prima che dopo i pasti contro sporadici casi di meteorismo. Durante il periodo di assunzione del carbone vegetale sarà indispensabile mantenere una buona idratazione organica così da dare una spinta alla rimozione di tossine e depurare il corpo in tutto il suo insieme.
Il carbone vegetale, essendo una sostanza che può assorbire i principi attivi di integratori e/o farmaci va usato con cautela e soprattutto dopo aver consultato il medico di famiglia.

SIMETICONE
Il simeticone, dimeticone, è un agente antischiumogeno orale, utilizzato per alleviare tutti quei sintomi molesti riconducibili ad un'eccessiva presenza di gas a livello gastrointestinale (dolori, crampi, borgorgmi, senso di tensione, erutazioni, flatulenze).
Il simeticone è di fatto un carminativo; come tale non contrasta direttamente la formazione di gas, ma ne favorisce l'espulsione sottoforma di eruttazioni e flatulenze. 
Diminuisce la tensione superficiale delle bollicine di gas che si trovano nel tratto gastrointestinale favorendone l’eliminazione. Di conseguenza allevia la sensazione di tensione che si avverte a livello addominale. La sua azione, pertanto, è puramente fisica, quindi indipendente da qualsivoglia reazione chimica od enzimatica.
Per l'adulto, la posologia prevede l'assunzione di 60 - 125 mg di simeticone, da due a quattro volte al giorno alla conclusione di ogni pasto principale, ed eventualmente poco prima di coricarsi per il riposo notturno.
Una volta ingerito, il simeticone attraversa inalterato il tratto gastrointestinale, senza essere assorbito o metabolizzato, e senza ostacolare la digestione e l'assorbimento delle sostanze nutritive. Non altera, ad esempio, il volume e l'acidità delle secrezioni gastriche, e non sono noti gli effetti tossici da sovradosaggio. Tutto ciò rende il simeticone un farmaco sicuro ed ottimamente tollerato.

LE SPEZIE
Le spezie sono conosciute fin dall’antichità. Inizialmente erano usate soprattutto per insaporire cibi e bevande ma con il passare del tempo, si è iniziato a scoprire e sperimentare anche i loro effetti benefici sulla salute. Insieme alle erbe sono quindi tra i primissimi rimedi naturali che l’uomo ha utilizzato per far fronte a disturbi di diverso genere.

CURCUMA
Ricca di potassio, ferro, magnesio, calcio, vitamina C e B6, questa polverina di colore giallo aranciato conferisce vitalità ed energia a tutto ciò con cui entra in contatto. Non a caso questa spezia (che proviene dall’India) occupa un ruolo di primissimo piano nelle più antiche medicine tradizionali e ciò è dovuto soprattutto ai suoi poteri antinfiammatori, antidolorifici e antiossidanti. Viene utilizzata per proteggere il fegato, ridurre il colesterolo nel sangue e stimolare la digestione. Attualmente, poi, sta ottenendo molti riconoscimenti anche dalla medicina ufficiale visto che recenti studi hanno dimostrato buone potenzialità di questa spezia nella lotta ad alcuni tumori  soprattutto a livello preventivo o nell’affiancamento alle tradizionali terapie anticancro. E’ buona abitudine aggiungere ogni giorno un po’ di curcuma ai propri piatti (possibilmente cruda) meglio se associata ad un pizzico di pepe nero che ne favorisce l’assorbimento. Si sposa bene con pasta e risotti, ma anche con le verdure cotte e si può fare addirittura un olio a base di curcuma  da utilizzare come condimento a crudo. Se volete assaggiare una bevanda alla curcuma potete provare invece il Golden Milk  particolarmente indicato per chi ha problemi articolari.

ZENZERO
Lo
 zenzero è un’altra spezia portentosa considerata ‘calda’ dalla medicina orientale. Certamente tra le proprietà più note c’è quella di migliorare le funzioni dell’apparato digerente e alleviare la nausea (anche in gravidanza). Se volete utilizzarlo a questo scopo potete masticare un pezzettino di zenzero per qualche minuto o grattugiarne un po’ sopra le vostre pietanze preferite.
Questa spezia di origine asiatica è poi un rimedio naturale molto indicato per i problemi che colpiscono l’apparato respiratorio e per combattere i sintomi influenzali. La tisana allo zenzero è consigliata in caso di raffreddore per sciogliere il muco e facilitare la respirazione. La preparazione è semplicissima: basta lasciare in infusione per circa 10 minuti delle fettine di zenzero o dello zenzero grattugiato in acqua bollente, filtrare e bere. Questa spezia viene utilizzata anche per migliorare la circolazione, alleviare il mal di denti e il mal di testa e regolare il metabolismo, permettendo di bruciare più facilmente calorie.

PEPERONCINO
Il peperoncino è una spezia che o si ama o si odia. Per via del suo sapore piccante è perfetta per dare un tocco in più a sughi e condimenti di ogni genere ma a patto di non esagerare. 
Il peperoncino è ricco di vitamina A e soprattutto C, contiene una sostanza (la capsaicina) che ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche è quindi buona cosa consumarlo regolarmente a piccole dosi (un consumo eccessivo può dare problemi di bruciore di stomaco ed essere quindi controproducente). Grazie al suo potere vasodilatatore, favorisce la circolazione, fluidifica il sangue, contribuisce a ridurre il senso della fame e stimolare il metabolismo che così può bruciare più grassi. Come lo zenzero, quindi, il peperoncino è particolarmente consigliato a chi sta a dieta.
Grazie ai poteri antinfiammatori della capsaicina, il peperoncino
 può essere usato anche per massaggiare parti del corpo in cui si sente dolore indipendentemente che questo sia di origine muscolare, cartilaginea o ossea. Basta mescolare bene 3 cucchiaini di polvere di peperoncino in 100 ml di crema neutra e poi massaggiare sulla parte dolorante, meglio se con dei guanti di lattice. Attenzione a non toccare occhi e mucose.
CANNELLA
La 
cannella è una spezia portentosa e dal profumo inebriante. Era conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà antisettiche e si utilizzava per combattere virus, batteri e funghi di diverse specie. Più di recente si è poi scoperto che questa spezia aiuta a regolare la quantità di zucchero nel sangue, stimola la circolazione, favorisce la digestione e contrasta la fermentazione intestinale, è un potente antiossidante ed è utile in caso di raffreddore ed influenza.
Qualche spruzzatina di cannella si può utilizzare per aromatizzare alcuni cibi e per rendere le vostre pietanze più digeribili dato che questa spezia va a stimolare un particolare enzima digestivo che si occupa della scissione dei grassi. Perfetta anche per chi segue una dieta (dato che toglie il senso di fame) e per chi deve disinfettare una piccola ferita al posto dei tradizionali disinfettanti. Grazie alle sue proprietà antisettiche, infatti, bastano poche spruzzatine di cannella per evitare che si crei terreno fertile per batteri e virus. 

CAFFÈ VERDE
Dal caffè verde, detto anche caffè crudo, si ottiene una particolarissima bevanda che, per certi versi si accomuna al caffè nero tradizionale ma, per altri, se ne differenzia in maniera sostanziale. Tali caratteristiche fanno del caffè verde un prodotto unico nel suo genere e quindi pressoché ineguagliabile.
crudo.
Com’è facilmente deducibile analizzando l’etimologia del termine, il caffè crudo si distingue da quello nero tradizionale per l’assenza del tipico trattamento termico di tostatura, meglio detto torrefazione.
La materia prima in oggetto è il seme della pianta arborea tropicae chiamata coffea.
A maturazione completa, le piante di coffea offrono dei piccoli frutti vagamente simili alle ciliegie. Questi vengono raccolti e privati non solo della buccia (detta epicarpo o pericarpo), ma anche della polpa (o mesocarpo) e endocarpo) avvolgente i semi.
A questo punto, il caffè crudo è già pronto per la commercializzazione, mentre quello nero tradizionale richiede il passaggio della torrefazione.
Il caffè verde può essere reperito in commercio sotto forma di semi interi o in polvere.
Il colore dei semi oscilla tra le diverse tonalità di verde e giallo, mentre la consistenza è cartilaginosa e li rende difficili da rompere con i denti. Quello nero tradizionale invece, dopo la tostatura, è color bruno scuro, di consistenza dura e parecchio friabile.
Quest’ultimo, dopo la macinatura, subisce un’infusione in acqua ad altissima temperatura e pressione. Al contrario, il caffè verde, dopo essere stato macinato o pestato al mortaio, è destinato ad un’infusione di massimo 80°C che dura alcuni minuti. Si tratta quindi di una bevanda molto più simile ad una tisana che ad un caffè.

Questo prodotto ha catturato l’attenzione di molti professionisti dell’alimentazione e di innumerevoli consumatori grazie a due aspetti principali:  
  1. Presenza di Caffeina Legata, anche se in minori quantità;
  2. Presenza di antiossidanti.

Questa molecola, un nervino appartenente al gruppo delle metilxantine, ha effetti simpatico-mimetici sull’organismo. in pratica, simula la funzione delle catecolamine (ovvero di certi ormoni come l’adrenalina) e, parallelamente, ne stimola la secrezione (vedi:caffeina).
Ovviamente, come per tutti gli effetti farmacologici, anche quello della caffeina è dose-dipendente e varia in base alla soggettività e all’assuefazione.
Tuttavia, in linea di massima, è possibile affermare che la caffeina sia in grado di:  
  • Iper-attivare alcuni meccanismi fisiologici come: l’aumento delle pulsazioni cardiache, del flusso coronarico, del reclutamento nevoso, fibroso muscolare ecc.
  • promuovere, in maniera più o meno efficace, la liberazione degli acidi grassi dalle cellule del tessuto adiposo o adipociti.

Dal punto di vista digestivo e metabolico, la caffeina del caffè nero entra in circolo MOLTO velocemente, circa in 30’, ed altrettanto rapidamente viene metabolizzata dal fegato ed espulsa dai reni con le urine. Se ne possono trovare tracce in circolo anche dopo parecchio tempo, ma in genere non oltre le 6 ore.

Dal canto suo, quella del caffè crudo, essendo legata all’acido clorogenico, viene assorbita lentamente. Ciò determina una concentrazione più moderata nel sangue e maggior lentezza nella metabolizzazione e nell’espulsione.
Tale peculiarità riduce drasticamente l’insorgenza degli effetti collaterali ed in particolare la suscettibilità della mucosa gastrica.
Da tutto ciò si può dedurre che il consumo di caffè verde sia piu’ idoneo all’integrazione alimentare destinata al dimagrimento e soprattutto nei soggetti che non tollerano bene l’assunzione di caffeina.
Ciò che invece pare del tutto comprovato, ovvero l’altra caratteristica del caffè crudo, è la presenza di diverse molecole antiossidanti che gli conferiscono il titolo di fitocomplesso.
si tratta genericamente di polifenoli, in particolare di acido tannico, acido ferulico e lo stesso acido clorogenico. Non mancano poi certi minerali e poche vitamine del gruppo B.

MACA
La Maca, nota anche come “ginseng delle Ande” o ginseng peruviano, è costituita dalla radice di una pianta tipica delle zone andine che cresce ad altitudini piuttosto elevate.
La droga è ricca in carboidrati (60%), proteine(10%), amminoacidi, minerali.
In virtù di questa sua ricchezza in macro e micronutrienti, la maca possiede una notevole valenza nutrizionale, che per le popolazioni peruviane è paragonabile a quella dei nostri cereali.
In Italia, la radice essiccata, viene utilizzata soprattutto per le sue proprietà adattogene, immunostimolanti ed afrodisiache. Il primo termine è comune a tutte quelle droghe, come il ginseng e l'eteleurococco, in grado di aumentare le capacità di adattamento dell'organismo ad agenti stressanti di varia natura (fisici, psichici, lavorativi, sportivi, patologici ecc.).
Senza dubbio, la caratteristica più pubblicizzata e ricercata dai consumatori di Maca risiede nella sua capacità di incrementare le energie sessuali. Tali effetti sarebbero attribuibili all'insieme di macro e micronutrienti presenti nella radice. Questi ultimi sarebbero anche responsabili del suo presunto effetto ergogenico (utile per gli sportivi) e ricostituente.

ACIDO IARULONICO 
L’acido iarulonico è una molecola che è presente naturalmente nel nostro corpo e viene prodotta dai fibroblasti, cellule che hanno l'obiettivo di idratare i tessuti, dando loro turgore e plasticità.
Con il passare del tempo la quantità di acido ialuronico presente nell’organismo tende a diminuire: da qui l'invecchiamento della pelle con la comparsa delle 
rughe e la perdita di elasticità dei tessuti, come quelli delle articolazioni.
L'acido ialuronico assorbe acqua, la trattiene e la rilascia in base al fabbisogno dell'organismo e dunque mantiene la giusta idratazione e umidità dei tessuti.
Non solo: questa molecola lubrifica le articolazioni e assorbe gli urti al loro interno.
Le miracolose proprietà dell'acido ialuronico non finiscono qui: questa sostanza ha una funzione protettiva grazie alla propria struttura reticolare e funziona da filtro contro sostanze tossiche. Ha anche un'azione antinfiammatoria e cicatrizzante e ripara i tessuti danneggiati.
L'acido ialuronico oggi viene prodotto industrialmente da colture batteriche (un tempo si ricavava da fonti animali, in particolare creste di gallo). Viene usato come filler per combattere gli inestetismi e rimodellare mani, seno 
e labbra.
Inoltre viene usato in oftalmologia per la produzione di lacrime artificiali nel trattamento della sindrome dell’occhio secco, per curare lesioni e infiammazioni dei tessuti e come lubrificante per le articolazioni, nel qual caso viene iniettato localmente.

PROPOLI
La Propoli è una sostanza antibiotica naturale prodotta dalle api. Questi utilissimi insetti, raccolgono resina dai germogli e dalle cortecce di varie specie di alberi. Questa resina viene successivamente trasformata in propoli e poi utilizzata come materiale di difesa per sigillare e rinforzare gli alveari. La propoli viene utilizzate dalle api come barriera protettiva per i buchi e le fessure dell’alveare.
A livello biochimico, la propoli è ricca di minerali ed oligoelementi come calcio, ferro, rame, cobalto, nichel, zinco, silicio, vanadio e titanio.Tutti questi minerali sono implicati in moltissimi processi tra cui anche la regolazione e il corretto funzionamento del sistema immunitario. I principi attivi veri e propri, contenuti nella propoli sono i flavonoidi, gli aldeidi, idrossiacidi e oli eterici. Oltre a tutti questi elementi chimici la propoli contiene anche un’altra sostanza che di per sé è assai utile al nostro benessere: il polline. Infatti circa il 5% della propoli è costituita da polline.
Sono numerosissimi gli studi scientifici e i testi clinici che hanno dimostrato l’effettiva efficacia della propoli, evidenziandone l’alto potere come antibiotico naturale. Nella fattispecie si è dimostrato efficace contro i batteri, virus e funghi.
Gli effetti antibiotici della propoli sono conosciuti da quasi tutti. Non si può dire altrettanto delle proprietà importanti secondarie, in grado di aiutare il nostro sistema metabolico ed immunitario.
  • La presenza di flavoni e flovonoidi, rafforzano il sistema immunitario
  • La propoli stimola il timo, ghiandola preposta alla regolazione del sistema ormonale ed immunitario nel periodo puberale
  • Possiede un notevole potere antinfiammatorio ed accelera la guarigione delle ferite. Il motivo è da ricercare nella sua capacità di attivare il metabolismo fino a raddoppiarne il ritmo.
  • La propoli, se è assunta con regolarità, è in grado di migliorare le condizioni fisiche e psichiche delle persone anziane.
  • Nel caso di infiammazioni della pelle e delle mucose, anche con produzioni di pus vedono nella popoli un valido coadiuvante. In tal senso le sue applicazioni possono essere molte, e comprendono l’intero apparato digerente, respiratorio e tutti gli organi rinvestiti da mucose. Anche le articolazioni possono trovare giovamento essendo anch’esse rivestite da sottili membrane.

In generale adatta al trattamento e alla cura delle malattie da raffreddamento invernali, come mal di gola e tosse. Infiammazioni della bocca, delle mucose, raffreddori sia acuti che cronici sinusiti tonsilliti e otiti, riniti allergiche, bronchiti e asma bronchiale.
Gengiviti, igiene della bocca e del cavo orale, alitosi, mal di denti, ascessi dentari, ulcera gastrica e duodenale, infiammazione delle vie biliari e problemi alla cistifellea
Profilassi per i malanni di stagione, facilità a contrarre malattie di tipo inffettivo e infezioni recidivanti come tonsilliti bronchiti.
In commercio si trovano moltissime formulazioni differenti. La propoli pura è disponibile solitamente presso gli apicoltori. In erboristeria la propoli più diffusa è in tintura già pronta all’ uso, compresse, unguenti ed oli. Una menzione a parte va fatta in linea generale, per quanto concerne le preparazione di tipo cosmetico come creme e paste dentifrice. In questi prodotti la concentrazione di propoli è molto bassa.
Prodotti con percentuali troppo basse di propoli o contenenti troppo alcool (50%) sono da evitare. Non devono esserci coloranti: la colorazione naturale della propoli tende al bruno scuro con un aspetto torbido. Se troppo chiara o troppo liquida senza residui locali addensamenti, state comprando acqua colorata.  Il sapore è inconfondibile: allappa e lascia una “patina” in bocca. La presenza di alcol è di grande utilità per fissare i principi attivi e garantire una maggiore diffusione locale degli eteri contenuti nella propoli.

FIENO GRECO
I semi di fieno greco presentano spiccate proprietà anaboliche, stimolanti neuro-muscolari, antianemiche e osteogeniche. L’azione stimolante il metabolismo intermedio è giustificata dalla presenza di proteine dall’elevato valore biologico, glucidi e lipidi, sostanze minerali e vitaminiche. Tali proprietà lo rendono un importante prodotto dietetico-terapeutico che viene impiegato in particolare nel trattamento degli individui astenici, magri e dei convalescenti in quanto contribuisce, anche grazie all’elevato valore calorico, a far riacquistare il peso perduto. Nei casi di magrezza, non dipendenti da cause organiche, infatti, il fieno greco influisce positivamente sul metabolismo, determinando un miglioramento dello stato generale, un risveglio dell’appetito e l’aumento di peso.
E’ riconosciuta alla pianta un’attività galattogena con aumento della secrezione lattea ed un migliorato contenuto in proteine, grassi, zuccheri, minerali e vitamine. La droga trasmette però al latte un sapore sgradevole.
Il fieno greco può aiutare ad aumentare il volume del seno in quanto contiene fitoestrogeni che stimolano lo sviluppo delle ghiandole mammarie.
Il fieno greco possiede anche un’azione ipoglicemizzante da attribuire principalmente alla componente fibrosa.
I semi possiedono un’azione ipocolesterolemizzante, infatti, agendo favorevolmente sul metabolismo lipidico, regolano la concentrazione del colesterolo ematico. Le fibre indigeribili inibiscono gli enzimi lipolitici pancreatici ed enterici e quindi limitano l’assorbimento di lipidi. Inoltre la capacità di legare gli acidi biliari, rende parziale l’azione emulsionante di questi sui lipidi che di conseguenza non sono totalmente assorbiti.
I semi di fieno greco hanno anche un’azione epatotropa, dovuta alla presenza di fattori epatoprotettivi, e per questo il fieno greco è utile nella cura di quasi tutte le affezioni epatiche, dalla semplice insufficienza ai processi degenerativi.
E’ interessante l’uso del fieno greco in alcune osteopatie ad esempio nell’osteoporosi, nei disturbi della crescita o per aiutare il consolidamento delle fratture grazie alla presenza di alcuni fattori osteogenici.
I semi di fieno greco hanno sull’uomo un’azione afrodisiaca, aumentano infatti i livelli di ormoni maschili grazie alla presenza di un tipo di saponina chiamata fenuside.
Il fieno greco ha anche un’attività antinfiammatoria ed emolliente, è indicato nelle dispepsie, nella stitichezza cronica e nelle forme infiammatorie dello stomaco e dell’intestino. Il decotto, per uso esterno, si impiega in gargarismi nelle infiammazioni dell’oro-faringe.

MELATONINA
La melatonina è stata scoperta nel 1958 da Aaron Lerner, un dermatologo che isolò questo ormone nella ghiandola pineale delle mucche.
Al momento la ricerca sta ancora lavorando per raccogliere dati riguardo l'uso, i dosaggi ed i tempi di utilizzo. Sono state inoltre ipotizzate nuove possibili applicazioni della melatonina nel campo delle malattie degenerative e nel trattamento dell'invecchiamento.
La melatonina è un ormone secreto prevalentemente, ma non solo, da una ghiandola presente nel cervello chiamata ghiandola pineale.
La produzione di melatonina è minima nei primi mesi di vita, aumenta nell'età giovanile per poi tornare a calare nella tarda età adulta ed anziana.
La melatonina è un ormone molto importante dato che regola il ritmo circadiano dell'organismo. La sua secrezione viene regolata dalla luce: quando lo stimolo luminoso arriva alla retina viene trasmesso un segnale all'epifisi dove viene inibita la sua secrezione. Il buio, al contrario, ne stimola il rilascio.
Per questo motivo la melatonina ha un picco nelle ore notturne e valori molto più bassi durante il giorno.
I disturbi del sonno si possono suddividere in due principali categorie: da una parte troviamo tutte quelle persone che fanno molta fatica a prendere sonno ma che quando si addormentano portano a termine il loro riposo; dall'altra vi sono invece soggetti che si addormentano facilmente ma che si svegliano nel cuore della notte o nelle prime ore della mattina senza poi riuscire a riaddormentarsi.
La melatonina si è dimostrata efficace soprattutto nel primo caso dove agisce andando a ripristinare i naturali ritmi biologici dell'organismo.
Qualche anno fa alcuni studi condotti negli Stati Uniti su topi di laboratorio diedero risalto alla melatonina dipingendola come un integratore in grado di rendere le persone più giovani, più vitali e migliorare persino la loro attività sessuale. Dopo l'uscita di questi studi, sapientemente avvalorati dalle aziende produttrici di integratori, esplose, soprattutto negli Stati Uniti, un vero e proprio boom della malatonina.
In Italia la melatonina è conosciuta anche grazie al suo presunto ruolo terapeutico nella cura del professor Di Bella.
In effetti esistono in letteratura diversi studi che sottolineano il potenziale ruolo antiossidante ed antitumorale della melatonina. In particolare, secondo le recenti, acquisizioni la melatonina sarebbe in grado di ridurre considerevolmente gli effetti collaterali di determinati farmaci utilizzati nella terapia antitumorale.
Non esistono ancora studi scientifici che dimostrino l'assenza di effetti collaterali derivanti da un'assunzione cronica di melatonina. Anche per questo motivo l'utilizzo continuato della melatonina come agente antinvecchiamento è controverso (alcuni studi denunciano un possibile effetto depressivo in soggetti predisposti).
Solitamente la melatonina viene assunta sotto forma di compresse che ne contengono dagli 1 ai 5 mg.

ALTEA
Gli estratti della radice di altea contengono amido, pectine, mucillagine, zuccheri, grassi e tannini. In particolare le mucillagini conferiscono alla pianta proprietà emollientilenitive e protettive delle membrane della mucosa. Per questa ragione è indicata nel trattamento di tutte le forme di infiammazione.
L’attività decongestionante e antisettica della pianta che svolge sui tessuti molli del nostro organismo, la rende un efficace rimedio nella cura dei disturbi delle vie respiratorie, come tosse e raffreddore; in caso di mal di gola e irritazioni della bocca come ascessi, stomatiti e gengiviti.
Anche nel sistema digerente trova applicazioni terapeutiche, quando ci troviamo in presenza di irritazioni e infezioni della mucosa intestinale, provocate dalla sindrome del colon irritabile o da virus esterni; lesioni della mucosa gastrica o duodenale come ulcere; e in caso di infiammazioni della vescica e dei reni, dovute a calcoli o cistite.
Inoltre la mucillagine di altea ha evidenziato una forte attività ipoglicemica utile in caso di iperglicemia e diabete.

MALVA
I fiori e in particolare le foglie della malva sono ricche di mucillagini, che conferiscono alla pianta proprietà emollienti e antinfiammatorie per tutti i tessuti molli del corpo. Questi principi attivi agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso che le proteggono da agenti irritanti.
Per questo motivo, l’uso della malva è indicato contro la tosse nelle forme catarrali delle prime vie aeree; per idratare e sfiammare l'intestino e regolarne le funzioni, grazie alla sua dolce azione lassativa, dovuta alla capacità delle mucillaggini di formare una sorta di gel, che agisce meccanicamente sulle feci e quindi agevolandone l’eliminazione.
Il trattamento della stitichezza con la malva risulta non irritante e non violento, per cui è indicato in gravidanza, per bambini e per gli anziani. Inoltre contribuisce a guarire vaginiti, faringiti e tutte le irritazioni del cavo orale, come ascessi, gengiviti e stomatiti.

BIANCOSPINO
Il biancospino è da sempre conosciuto come la pianta del cuore. Le foglie e i fiori contengono una miscela di diversi flavonoidi, potenti antiossidanti e “spazzini” dei radicali liberi, utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari e per combattere il colesterolo. Questi principi attivi conferiscono una spiccata attività cardioprotettiva perché inducono la dilatazione delle arterie coronariche che portano il sangue al cuore, migliorando così l'afflusso del sangue con conseguente riduzione della pressione arteriosa. Il suo impiego è quindi indicato nei casi di ipertensione, lieve o moderata, specie se di origine nervosa.
Ha proprietà cardiotoniche dovute alla presenza di proantocianidoli, che agiscono da un lato sul potenziamento della forza contrattile del cuore; e dall’altro sulle alterazioni della funzionalità cardiaca. Questi componenti riducono la tachicardia, extrasistole, aritmie e prevengono le complicanze nei pazienti anziani, a rischio di angina pectoris o infarto.
La vitexina, principio attivo presente nel biancospino, agisce come spasmolitico, sedativo e ansiolitico naturale. Quest’azione sedativa e rilassante è utile soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l'emotività, negli stati di ansia, agitazione, angoscia, e in caso d’insonnia.

EUCALIPTO
Le foglie di eucalipto contengono un'olio essenziale particolarmente ricco in eucaliptoloterpeni, aldeidi, polifenoli, flavonoidi  e tannini. Questi principi attivi conferiscono alla pianta un'azione balsamicafluidificante ed espettorante delle secrezioni catarrali delle vie respiratorie. Per questa ragione viene impiegato in fitoterapia nelle infiammazioni e congestioni, come tosse, raffreddore e nel trattamento della sinusite.
Inoltre, dovuta alla presenza dell'olio essenziale, l'eucalipto svolge un'azione analgesica e antisettica molto efficace per le affezioni delle vie urogenitali in caso di cistite, leucorrea e candidosi, per le quali è consigliato anche in virtù dell'azione deodorante.
Per uso cosmetico, i preparati di eucalipto, esercitano una buona azione antisettica e cicatrizzante su infezioni purulente della pelle e lenitiva sulle ustioni. Molto indicato per detergere cute e capelli grassi, a cui restituisce brillantezza.

LAVANDA
fiori della lavanda sono utilizzati in fitoterapia per le numerose proprietà dovute alla presenza dell'olio essenziale, tannini, acido ursolicoflavonoidi e sostanze amare. Questi principi attivi conferiscono alla pianta azione sedativa e calmante sul sistema nervoso, da utilizzare in caso di ansia, agitazione, nervosismo, cefalee, stress e insonnia.
La lavanda svolge anche un'azione balsamica sulle vie respiratorie per questo è impiegata efficacemente nel trattamento di tutte le malattie da raffreddamento.
Inoltre la pianta, limitando la formazione e soprattutto il ristagno di gas a livello gastro-intestinale, possiede proprietà carminative e antispasmodiche in quanto calma dolori e gli spasmi addominali e aiuta a distendere la muscolatura del ventre.
Per uso esterno vanta proprietà detergenti, antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, 
cicatrizzanti e decongestionanti. La pianta è utilizzata per detergere ferite e piaghe; per alleviare il prurito e le punture d'insetti; e per ridurre le irritazioni del cavo orale. In ambito cosmetologico viene usata l'olio essenziale di lavanda come profumo.

FINOCCHIO
Il finocchio è noto soprattutto per le sue proprietà digestive; ma è amico di tutto l’apparato gastrointestinale. Ha infatti la capacità di evitare la formazione di gas intestinali e contiene anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali.
Il finocchio ha, inoltre, proprietà depurative, in particolare a carico del
 fegato e del sangue. Ha, inoltre, potere antinfiammatorio.
È composto principalmente d’acqua; tra i minerali il più presente è il 
potassio; contiene vitamina A, vitamina C e alcune vitamine del gruppo B. È discretamente ricco di flavonoidi. Apporta pochissime calorie. Il finocchio viene consigliato nella dieta per le donne che allattano. Si dice che faciliti la produzione di latte. In realtà, invece, il finocchio contribuisce soprattutto a renderne più gradevole il sapore.

CAMOMILLA
Con i fiori di camomilla si preparano infusi notoriamente adoperati per le loro virtù blandamente sedative. In realtà la pianta non ha principi attivi ipnoinducenti, come la maggior parte delle erbe officinali che si usano contro l’insonnia, ma al contrario, ha principalmente proprietà antispasmodiche, come la melissa, cioè produce un rilassamento muscolare, per la presenza nel suo fitocomplesso dei flavonoidi e delle cumarine.
Queste combinazioni di principi attivi rendono la camomilla un ottimo miorilassante, utile in caso di crampi intestinali, cattiva digestione, sindrome dell’intestino irritabile, spasmi muscolari e dolori mestruali, ma anche in caso di tensione nervosa e stress, perché provoca una sensazione di piacevole rilassamento con effetto calmante sul nervosismo e l’ansia.
Le tisane ottenute con questa pianta eliminano i gas intestinali e favoriscono la digestione, producendo un generale miglioramento delle funzionalità del sistema gastroenterico.
Come la malva, la camomilla è dotata di buone proprietà antinfiamatorie, grazie all’azione protettiva sulle mucose esercitata dalle mucillagini e dai componenti del suo olio essenziale. Per questa ragione è utilizzata come rimedio lenitivo, decongestionante, addolcente e calmante, in tutti tipi d’irritazioni dei tessuti esterni e interni: dermatiti, ferite, ulcere, gastrite, congiuntivite, riniti, irritazioni del cavo orale, gengiviti e infiammazioni urogenitali.
La pianta è utilizzata con successo anche come antidolorifico per sciatica, cefalee, mal di schiena e cervicale. Questo grazie agli acidi organici (acido salicilico, acido oleico, acido stearico) e ai lattoni, che gli conferiscono virtù antiflogistiche simili a quelle del cortisone.
Recenti studi hanno dimostrato anche gli effetti ipoglicemizzanti, utili per abbassare il livello di zuccheri dal sangue, in quanto inibisce la trasformazione del glucosio in sorbitolo, responsabile, quando in eccesso, dei danni agli occhi, reni e cellule nervose, che si riscontrano nelle persone che soffrono di diabete.

MELISSA
Le foglie di melissa, ricche di olio essenziale, che conferisce alla pianta un aroma gradevole e il sapore del limone, sono impiegate negli stati d’ansia con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico. Per la sua azione antispasmodicaantinfiammatoria carminativa è indicata in caso di dolori mestruali, nevralgie, disturbi della digestione, nausea, flatulenza, crampi addominali e colite.
Questa pianta è utilizzata anche nel trattamento di cefalee, quando la causa è dovuta a tensione nervosa, grazie alla presenza dell’olio essenziale (0,5%) che agisce come calmante sul sistema nervoso, e rilassante su quello muscolare. Il suo uso è particolarmente indicato in presenza di un quadro d’irritabilità generale, insonnia causata da stanchezza eccessiva, nervosisimo, sindrome premestruale e tachicardia su base funzionale. 
L'estratto di foglie fresche di melissa possiede attività antivirale, dovuta alla presenza di acidi polifenolici e polisaccaridi, contro Herpes simplex.

ECHINACEA
La radice di Echinacea contiene polisaccaridi che conferiscono alla pianta proprietà immunostimolante, per questa ragione è usata in fitoterapia per favorire le naturali difese, in quanto stimola il sistema immunitario sostenendo così l’organismo contro gli attacchi infettivi.La pianta inoltre contiene flavonoidi, derivati dell’acido caffeico, acido cicorico, polieni, alchilamidi e olio essenziale. In particolare l'echinacoside svolge azione antibiotica batteriostatica, in grado di inibire la replicazione di batteri difficilmente controllabili; mentre l'echinaceina conferisce alla pianta proprietà antinfiammatoria corticosimile.
Infine la presenza di acido cicorico e acido caffeico svolgono azione antivirale, tale da ostacolare la penetrazione del virus nelle cellule sane.
Un'assunzione regolare permette di prevenire ecurare i sintomi delle malattie da raffreddamento come febbre, le infezioni del sistema respiratorio (raffreddore, tosse) e di quello urinario (cistite).
Per uso esterno, l’echinacea è impiegata anche per la preparazione di pomate e lozioni per la pelle, ad azione immunostimolante,protettivaantinfiammatoria, in caso di cicatrici, afte, ulcere, dermatiti in genere. La proprietà cicatrizzante, si basa sulla capacità della pianta di accelerare la rigenerazione tissutale e di localizzare l'infezione.

GINKGO BILOBA
Le foglie di ginkgo biloba contengono terpeni, che bloccano la perossidazione lipidica, implicata nell'aggregazione piastrinica ed è, pertanto, particolarmente conosciuta per la sua attività sulla circolazione venosa, arteriosa e capillare, quindi ampiamente utilizzata anche come fluidificante del sangue, perché ne diminuisce la viscosità, nella prevenzioni di trombi, e infarti. Per questa proprietà, il ginkgo aiuta anche l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti, con benefici effetti, in particolare, sull’irrorazione sanguigna dei tessuti cerebrali.
Infatti, per la capacità di favorire una corretta distribuzione diossigeno e glucosio al cervello, incrementa l'acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine, e le facoltà cognitive: è particolarmente indicato agli studenti. Numerose ricerche hanno anche dimostrato che l’uso del ginkgo contrasta i fenomeni di aterosclerosi negli anziani e rallenta la progressione del morbo di Alzheimer.
I suoi principi attivi lo rendono inoltre un potente rimedio contro le allergie essendo un vasodilatatore delle arterie, mentre nelle vene ha un’azione vasocostrittrice, quindi è consigliato negli attacchi d'ansia. Inoltre favorendo una circolazione periferica più efficiente è consigliato nel trattamento dei geloni alle estremità, dovuti al freddo; ed è impiegato anche in casi di tinnito (ronzio alle orecchie) vertigini, dolori intermittenti alle gambe, e mal di testa.
La proprietà vasoprotettrice è data dalla capacità della pianta di migliorare il tono e l’elasticità delle pareti di vene, arterie e capillari, e perciò è consigliato nel trattamento delle neuropatie causate dal diabete, nelle degenerazioni maculari della retina, e altri problemi circolatori, come emorroidi, varici e fragilità capillare.
Il ginkgo biloba è infine considerato uno scavenger (spazzino) dei radicali liberi. Questa caratteristica lo rende un ottimoantiossidante, perché attiva il metabolismo cellulare e protegge il cervello e il sistema nervoso dai danni provocati dai radicali liberi, e ciò può aiutare a contrastare gli effetti dell'invecchiamento.






Nessun commento:

Posta un commento