APPARATI DEL CORPO UMANO

APPARATI DEL CORPO UMANO


APPARATO SCHELETRICO
Costituiscono lo scheletro l’insieme delle strutture ossee del corpo aventi funzione di sostegno e di protezione dei tessuti molli. Insieme al sistema muscolare, rappresenta la componente attiva dell’apparato locomotore.
Le ossa:
Le ossa (206 in tutto), grazie alla connessione con il sistema muscolare, funzionano da leve consentendo il movimento.
Esternamente, le ossa, si distinguono:
Ossa lunghe: con funzione generalmente di sostegno, la lunghezza prevale
sulla larghezza ( femore, omero, radio, ulna, tibia, perone ecc)
Ossa piatte: delimitano le cavità del corpo umano, hanno funzioni protettive
(scapole, ossa iliache, ossa della volta cranica ecc.)
Ossa corte: sono le ossa terminali degli arti (falangi, ossa del carpo) ma anche
le vertebre. Sono strutturate in modo da assicurare solidità e movimento.
Delle ossa lunghe viene convenzionalmente definita diafisi o corpo la parte principale ed epifisi le due parti estreme. La definizione di creste, linee, spine, tuberosità, bozze, docce viene utilizzata per definire le varie sporgenze che un osso presenta. Il termine apofisi, spesso utilizzato per sostituire tutti quelli precedenti, dovrebbe essere riferito a sporgenze particolarmente voluminose e marcate.
Le ossa appaiono rivestite da una membrana detta periostio con il ruolo di accrescimento e riparazione; risulta, pertanto, abbondantemente vascolarizzato. Inoltre, l’accrescimento deriva da fenomeni genetici e ormonali. È infatti con l’aiuto essenziale della vitamina D che gli osteoblasti, sollecitati dal ormone calciotonina, formano l’osso. Tocca, invece agli osteoclasti ridurne il volume con lo stimolo del paratormone. Importante ricordare i due principali minerali costituenti: calcio e fosforo.
La conformazione delle ossa, presenta tre tipi di tessuto osseo :
- tessuto osseo compatto: risultante dalla sovrapposizione di numerose lamelle ossee;
- tessuto osseo spugnoso: costituito da tante piccole cavità, delimitate dall’intreccio di lamelle ossee;
- tessuto osseo reticolare: simile al precedente ma con cavità maggiori.
L’osso è una struttura dinamica in continua trasformazione, infatti è provvisto di vasi arteriosi e venosi, vasi linfatici e nervi.
In relazione alla loro disposizione scheletrica le ossa costituiscono:

TESTA
Situata superiormente al collo e articolata (collegata) mediante l’osso occipitale alla prima vertebra cervicale (atlante) si suddivide in:
- Scatola cranica: parte superiore anteriore e posteriore (frontale, etmoide, sfenoide, occipitale, temporali e parietali) con ruolo di esoscheletro, protettivo;
- Massiccio frontale: ha funzione prettamente endoscheletrica, configurandosi come architettura di sostegno dei visceri cranici, ovverosia della faccia (mandibola, vomere, mascellari superiori, zigomatiche, lacrimali, cornetti inferiori, nasali, palatine).

TRONCO
Colonna vertebrale: Insieme delle vertebre incolonnate lungo la linea mediana posteriore tra il capo ed il bacino. La colonna vertebrale si suddivide in segmenti relativi alla regione del corpo che attraversano. Si suddivide in:
- tratto cervicale (collo): composto da 7 vertebre (le prime due sono l’atlante e l’epistrofeo);
- tratto dorsale (dorso): composto da 12 vertebre;
- tratto lombare (lombi): composto da 5 vertebre;
- tratto sacrale (sacro): composto da 5 vertebre;
- tratto coccigeo (coccige): composto da 4-5 vertebre. Sia le vertebre sacrali che le vertebre coccigee sono saldate tra di loro.
Ossa del cinto toracico: Mettono in collegamento l’arto superiore ed il tronco. È formato da:
- clavicola: osso pari e appiattito articolato tra la parte alta dello sterno e l’acromion della scapola;
- scapola: osso piatto e triangolare situato nella regione superiore laterale del dorso. Nel suo angolo esterno si articola con l’omero e con la clavicola, rispettivamente con la cavità glenoidea e l’acromion.
- Gabbia toracica: insieme delle ossa che costituiscono lo scheletro della regione toracica e dorsale. È costituita dalle vertebre dorsali, dalle costole (12 paia) e dallo sterno (centro del petto);
- Bacino: complesso osseo (detto anche coxo-femorale), formato dalle due ossa iliache e dall’osso sacro, su cui si articolano gli arti inferiori (tramite l’acetabolo) e la colonna vertebrale. La parte inferiore dell’osso iliaco viene denominata pube.

ARTI SUPERIORI
- Omero: osso lungo costituente la parte scheletrica del braccio. Si articola tra la cavità glenoidea della scapola l’ulna e radio dell’avambraccio.
- Radio e Ulna: ossa lunghe che, insieme, costituiscono la parte scheletrica dell’avambraccio;
- Carpo: regione della mano compresa tra l’articolazione del polso ed il metacarpo;
- Metacarpo: regione della mano che congiunge il carpo alle falangi;
- Falangi: segmenti ossei che compongono le dita della mano. Sono tre per ogni dito, rispettivamente falange, falangina, e falangetta. Fa eccezione il pollice che ne ha due.

ARTI INFERIORI
- Femore: osso lungo della coscia che si articola tra l’osso iliaco, tibia e rotula.
- Rotula: osso piatto della regione anteriore del ginocchio.
- Tibia: osso lungo che, insieme al perone, costituisce la parte scheletrica della gamba. Si articola tra il femore e rotula (ginocchio) ed il perone e l’astragalo (caviglia).
- Perone: osso lungo che insieme alla tibia costituisce la parte scheletrica della gamba. Situato esternamente alla tibia, si articola tra la parte superiore di questa e l’astragalo del piede.
- Tarso: regione del piede compresa tra l’articolazione della caviglia ed il metatarso.
- Metatarso: regione del piede che congiunge il tarso alle falangi. Dal punto di vista scheletrico è composto da cinque ossa.
- Falangi: segmenti ossei che compongono le dita del piede. Sono tre per ogni dito, rispettivamente falange, falangina, e falangetta. Fa eccezione l’alluce che ne ha due.




STRUTTURA ANATOMICA DELLE ARTICOLAZIONI
Le articolazioni, sono zone in cui due o più ossa entrano in contatto tra di loro. Nel corpo umano esistono moltissime articolazioni (360 circa), che si distinguono per forma e grado di mobilità. Alcune di esse, come quelle che costituiscono la volta cranica, hanno una possibilità di movimento nulla.
La maggior parte delle articolazioni rientra tuttavia nella categoria delle diartrosi, giunture mobili caratterizzate da una struttura anatomica particolare. Esse sono infatti costituite da diversi elementi: le superfici articolari di due ossa; lo strato di tessuto cartilagineo; la capsula articolare; la cavità articolare; la membrana sinoviale; la sinovia ed i legamenti intrinseci. Vediamole nel dettaglio.

CARTILAGINI ARTICOLARI
I capi articolari sono rivestiti da uno strato di cartilagine ialina, nota anche come cartilagine d'incrostazione o cartilagine articolare; è soffice, compressibile, estensibile e deformabile.  
La sua funzione è paragonabile ad un cuscinetto ammortizzatore, capace di salvaguardare i rapporti articolari e permettere il movimento.
MEMBRANA SINOVIALE O LIQUIDO SINOVIALE (SINOVIA)
La cartilagine articolare, pur essendo un tessuto vivo, è priva di vasi sanguigni; inoltre, da sola, risulterebbe insufficiente per diminuire significativamente l'attrito tra le due estremità ossee. Per questo motivo i capi articolari sono bagnati da un liquido, detto sinovia o liquido sinoviale.

Il liquido sinoviale ha funzione ammortizzante e nutriente, facilita lo scorrimento tra le due superfici articolari e viene secreto dalla membrana sinoviale. In sostanza, ha la stessa funzione di un lubrificante su di un cuscinetto.
La membrana sinoviale è innervata e ricca di vasi sanguigni e linfatici (per facilitare la produzione della sinovia ed il riassorbimento di eventuali versamenti intrarticolari).
CAPSULA ARTICOLARE
Procedendo dall'interno verso l'esterno, vediamo che l'articolazione è circoscritta perifericamente da una membrana fibrosa, chiamata capsula articolare, che si inserisce tra i segmenti ossei in connessione. I punti di inserzione sull'osso sono situati ad una certa distanza dalla cartilagine ialina che riveste le superfici articolari.
La capsula articolare è formata da tessuto connettivo fibroso che riveste completamente i due segmenti ossei esterni.
Articolazioni fisse: chiamate anche suture, si trovano tra le ossa del cranio, non hanno mobilità ma solo elasticità. La loro funzione e di proteggere il cervello.
Articolazioni semimobili: consentono una mobilità limitata, come quelle tra le vertebre della colonna vertebrale;
Articolazioni mobili: sono le più numerose, consentono movimenti ampi, come ad esempio la scapolo-omerale, il ginocchio, la coxo-femorale.

LEGAMENTI
Sono dei cordoni connettivali che uniscono saldamente i capi ossei a cui sono collegati e gli impediscono di allontanarsi oltre una certa misura. Sono molto resistenti e possono situarsi all'interno o all'esterno della capsula articolare, impedendo o limitando i movimenti pericolosi.
TENDINI
Mentre i legamenti uniscono tra loro due capi ossei, i tendini collegano i muscoli alle ossa; servono per stabilizzare l'articolazione e per trasmettere le forze tra gli elementi che mettono in connessione.

Oltre alle strutture ora ricordate, altre ancora possono prendere parte alla costituzione delle diartrosi. Esse sono: i cercine, i dischi e i menischi.
Cercine: struttura fibro-cartilaginea di forma ad anello con funzione di aumentare la superficie articolare del capo concavo per consentirgli di accogliere meglio il capo articolare convesso; famoso è quello glenoideo nell'articolazione scapolo omerale.
Dischi e menischi: strutture fibrocartilaginee a forma di disco (dischi) o di mezzaluna (menisco). Stabilizzano l'articolazione, aumentano la congruenza delle superfici articolari ed ammortizzano gli urti.

APPARATO CARDIOVASCOLARE
Si tratta dell'apparato che provvede alla circolazione del sangue in tutto l'organismo, la cui importanza sta nelle funzioni che svolge: una funzione nutritiva per le sostanze trasportate, depurativa in quanto raccoglie gli elementi di rifiuto, destinati a essere eliminati attraverso i reni.
È formato dal cuore e da un complesso di vasi, suddivisi in arterie, vene e capillari, all'interno dei quali scorre il sangue.

IL SANGUE
Il sangue può essere definito come un tessuto formato da un liquido formato per di più d’acqua, il plasma, e da elementi cellulari in esso sospesi, i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.
Il plasma, che, separato dai globuli rossi ha un colore giallino, ha il compito di trasportare alcune sostanze, come proteine, vitamine e ormoni, nei luoghi di utilizzo o di eliminazione.
I globuli rossi consentono il trasporto dell'ossigeno grazie a una sostanza in essi contenuta, l'emoglobina. È proprio grazie al legame stabilito con tale sostanza che il sangue assume il colore rosso. La vita media dei globuli rossi è di 120 giorni e vengono distrutti nel fegato e nella milza; si pensi che vengono eliminati circa 2 milioni di globuli rossi al minuto.
I globuli bianchi svolgono una funzione difensiva contro aggressioni al nostro organismo portate da batteri e virus.
Le piastrine contribuiscono alla coagulazione del sangue. Infatti quando un vaso sanguigno si rompe, in occasione di una ferita, nel sangue si attiva il processo di coagulazione a cui contribuiscono le piastrine e numerosi altri fattori, che come risultato danno una sostanza chiamata fibrina che svolge la funzione di un vero e proprio tappo.
Essenziale per la coagulazione è la vitamina K.
I litri di sangue presenti nel corpo umano sono circa il 7,7 % del peso corporeo. In media sono quindi tra i 5 e i 6 litri.

VENE, ARTERIE E CAPILLARI
Le arterie fuoriescono direttamente dal cuore e trasportano il sangue verso la periferia del corpo. Le pareti delle arterie sono formate da varie lamine di tessuto, al di sotto di essa troviamo una seconda membrana di rivestimento molto liscia che consente di ridurre l’attrito con il flusso ematico. Inoltre, sono elastiche che si dilatano alla pressione sanguigna.
Le arterie si suddividono a loro volta divenendo sottilissime facendosi strada nel corpo e avvicinandosi sempre più direttamente alle singole cellule del corpo, si parla, quindi, di capillari così chiamati proprio per il loro tenue diametro.
L’arteria che spinge il sangue fuori dal ventricolo sinistro e inizia il suo percorso attraverso il corpo (vedi grande e piccola circolazione) si chiama aorta. Essa si ramifica in arterie più piccole. Una di queste arterie porta il sangue al muscolo cardiaco, altri due rami dell’aorta decorrono ai lati del collo e portano nutrienti e ossigeno al cervello; due rami si inseriscono sulle spalle per portare sangue alle braccia; la sezione principale dell’aorta scende dietro il cuore e trasporta sangue ai muscoli addominali. Quindi, l’aorta si divide in due grossi rami, uno per ogni rene, dove alcuni prodotti di rifiuto sono rimossi dal sangue. Infine, un’ultima divisione in basso giunge alle gambe.

A differenza delle arterie, le vene hanno il compito di riportare il sangue dalla periferia del corpo verso cuore e da qui ai polmoni. La parete delle vene non è spessa come le arterie perché qui la pressione è bassa e le vene non hanno bisogno di una tonaca muscolare per aiutare il sangue nel suo movimento, inoltre, alcune valvole presenti nelle vene impediscono al flusso ematico di tornare indietro facendolo defluire in una solo direzione.
Si può pensare ai vasi sanguigni come a un immenso sistema di lunghissimi canali navigabili per circa 100.000 di Km.


IL CUORE
Le fibre muscolari del cuore sono intrecciate come a formare la trama di un tessuto. Tutti i muscoli del corpo lavorano contraendosi grazie a delle scariche elettriche inviate dai dal sistema nervoso, ma a differenza degli altri muscoli, nel cuore le cariche di corrente sono più veloci.
Il cuore è la pompa che permette la circolazione del sangue. E' composto da 4 cavità, le due superiori sono dette atrii ed hanno la funzione di pompe aspiranti, richiamando una il sangue venoso dall' organismo e l' altra il sangue appena ossigenato dagli alveoli polmonari le altre due cavità sono i ventricoli, che hanno la funzione di pompa premente per spingere uno il sangue arterioso verso l' organismo e l' altro il sangue venoso verso i polmoni, dove sarà ossigenato.
I movimenti di pompaggio cardiaco sono due: diastole che ne permette il riempimento e sistole che ne consente lo svuotamento.

Esiste poi un insieme di valvole per consentire il flusso del sangue nelle giuste direzioni (dagli atri ai ventricoli) e con le dovute quantità, una di queste è denominata segna-passi o pacemaker. Origina qui il segnale elettrico che ordina le contrazioni delle camere cardiache superiori. Quando essa si produce gli atri si contraggono e il sangue è forzato a passare attraverso i due apparati valvolari che separano le cavità superiori dalle inferiori.
La velocità di contrazione aumenta grazie alla sollecitazione del sistema nervoso. Quando facciamo esercizio fisico la quantità di anidride carbonica cresce di pari passo con il fabbisogno di ossigeno (vedi fisiologia muscolare) e per eliminarla più rapidamente la pressione sanguigna accelera.
Anche l’adrenalina è capace d’influenzare i battiti cardiaci, in caso di paura o forti emozioni.

CIRCOLAZIONE POLMONARE E CIRCOLAZIONE SISTEMICA
Il sangue ha la necessità di rifornirsi di ossigeno prima di essere spinto dal cuore in tutto il nostro organismo; in base a questa caratteristica si differenziano due tipi di circolazione: quella polmonare, o piccolo circolo, e quella sistemica, o grande circolo, destinata all'irrorazione di tutto il corpo. In entrambe il sangue procede verso la periferia in vasi sempre più piccoli e numerosi e ritorna al cuore in vasi meno numerosi e più grossi.

La grande circolazione ha inizio nel ventricolo sinistro con l’aorta; i suoi rami raggiungono ogni parte del corpo risolvendosi in capillari, dove il sangue cede l’ossigeno e si carica di anidride carbonica, si ha quindi la trasformazione del sangue arterioso in sangue venoso; dai capillari si formano le vene, le quali raggiungono la vene cave che sboccano nell’atrio destro. Da qui il sangue venoso passa al ventricolo destro, da cui parte la piccola circolazione, con l’arteria polmonare, che porta il sangue polmoni; da qui l’arteria polmonare si risolve in capillari, nei quali il sangue venoso perde anidride carbonica e si carica di ossigeno, diventando così sangue arterioso, il quale torna poi al cuore tramite le quattro vene polmonari, che sboccano nell’atrio sinistro.


APPARATO RESPIRATORIO
È l'insieme di organi che consente lo scambio di gas tra il sangue e l'ambiente esterno, in particolare l'introduzione di ossigeno, indispensabile per il metabolismo aerobico e l'eliminazione di anidride carbonica, residuo di molte reazioni chimiche.
L'apparato consta di un complesso di canali che permettono il passaggio di aria; di cavità (nasali e paranasali) in cui l'aria proveniente dall'esterno viene parzialmente riscaldata e depurata del pulviscolo; di organi parenchimatosi (i polmoni) all'interno dei quali si verificano gli scambi veri e propri tra gas contenuti nel sangue e gas contenuti nell'aria inspirata. Nell'espirazione, la laringe può modulare la colonna aerea in transito, consentendo l'emissione di suoni, in connessione con l'apparato fonatorio.


VIE AEREE O RESPIRATORIE
Naso:
La cavità nasale è divisa in due fosse nasali da un lembo verticale mediano chiamato setto nasale. Sulla faccia laterale di ciascuna fossa nasale sono presenti tre lamine ossee dette turbinati (ossa turbinate).
Le fosse nasali comunicano con l'esterno attraverso le narici, mentre posteriormente terminano in una fessura verticale a lato della parte superiore della faringe, sopra il palato molle e vicino agli orifizi delle trombe di Eustachio (che mettono in comunicazione la faringe con l'orecchio medio).
Sia le cavità nasali che le narici sono rivestite da mucosa, che produce muco, e le seconde anche da peli duri, detti vibrisse. Il muco e le vibrisse hanno la funzione di impedire il passaggio di corpi estranei, quali la polvere o piccoli. La mucosa nasale, riccamente vascolarizzata, permette inoltre di riscaldare e inumidire ulteriormente l'aria in ingresso.



Bocca e faringe:
La bocca e la faringe sono organi comuni all'apparato digerente e al respiratorio, in quanto sono attraversati sia dal cibo diretto all'esofago, sia dall'aria diretta ai polmoni.
In condizioni non patologiche la bocca viene utilizzata per la respirazione quando l'attività fisica è particolarmente intensa e ciò rende necessario un afflusso maggiore di aria ai polmoni.

Laringe:
La laringe è il tratto delle vie aeree che fa seguito alla faringe e che continua con la trachea. Si trova nel collo, in posizione superficiale, ed è caratterizzata da uno scheletro cartilagineo che la mantiene costantemente aperta permettendo il passaggio dell'aria.
Un lembo cartilagineo della laringe, l'epiglottide, impedisce il passaggio del cibo all'interno delle vie aeree e lo indirizza verso l'esofago. La laringe non è solo un organo deputato al passaggio dell'aria inspirata ed espirata, ma anche l'organo della fonazione. All'interno della laringe si trovano le corde vocali, costituite dai muscoli vocali, che delimitano uno spazio chiamato glottide, attraverso cui l'aria raggiunge la trachea.

Trachea:
La trachea è costituita da 16-20 anelli di tessuto cartilagineo sovrapposti che la mantengono costantemente aperta per permettere il passaggio dell'aria. Gli anelli cartilaginei che costituiscono la trachea sono incompleti, permettendo in questo modo l'espansione dell'esofago al momento della deglutizione.
E' rivestita all'interno da un epitelio cigliato in cui sono presenti delle ghiandole mucose (epitelio respiratorio). Le ciglia si muovono verso l'alto e insieme al muco catturano i corpi estranei introdotti attraverso la respirazione: il muco intrappola il particolato (polvere, polline, batteri, ecc.) e deve essere eliminato, quindi portato verso l'alto. Le ciglia spingono il muco verso la laringe e poi verso l'esofago (e quindi nello stomaco, dove viene digerito) o verso la bocca e il naso, da cui viene espulso con dei colpi di tosse.

Bronchi:
I due bronchi si originano dalla biforcazione della trachea. A poca distanza dalla loro origine ogni bronco si divide in bronchi secondari che si dividono a loro volta dando luogo all'albero bronchiale. La struttura dei bronchi è simile a quella della trachea, con anelli cartilaginei. Anche nei bronchi è presente l'epitelio respiratorio.
I due bronchi non sono identici: il destro è di maggiore calibro (15-16 mm) del sinistro (10-11 mm).

Polmoni:
Ciascun bronco primario penetra all'interno del rispettivo polmone, dando origine ad ulteriori, numerose, ramificazioni chiamate bronchioli. A loro volta, i bronchioli subiscono varie divisioni, fino a raggiungere, nel tratto terminale, le sacche alveolari che riuniscono piccole vescicole simili a grappoli di uva chiamate alveoliPer avere un'idea della complessità di queste diramazioni, basti pensare che ciascun polmone contiene all'incirca 150-200 milioni di alveoli.
Nel loro insieme la superficie degli alveoli è pari a circa 75 m² (la superficie di un appartamento di due locali e servizi). A livello degli alveoli avvengono gli scambi respiratori: i globuli rossi rilasciano l'anidride carbonica e assorbono l'ossigeno.
polmoni sono i due principali organi della respirazione. Si trovano nella cavità toracica ai lati del cuore ed hanno la capacità di espandersi e ritrarsi seguendo i movimenti della gabbia toracica e del diaframma. Il polmone destro è di dimensioni maggiori del sinistro ed è diviso in tre lobi (superiore, medio ed inferiore), mentre quello sinistro ne possiede soltanto due (un lobo superiore ed uno inferiore). I polmoni sono costituiti da un tessuto spugnoso ed elastico, che ben si adatta alle variazioni di volume indotte dai movimenti respiratori.

I polmoni sono rivestiti da due sottili membrane, le pleure, fra le quali è interposto un sottile strato di liquido, che facilita lo scorrimento reciproco delle due pleure durante gli atti respiratori.
L'inspirazione è la fase dell'atto respiratorio in cui l'aria ricca di ossigeno arriva ai polmoni, attraverso le vie respiratorie; l'espirazione invece è l'emissione dei "prodotti di scarto" quali anidride carbonica e vapore acqueo. La frequenza respiratoria corrisponde al numero di atti respiratori che si effettuano in un minuto, in media circa 15.
Il volume dei polmoni varia da individuo ad individuo, in relazione all'età, al sesso e alla taglia corporea. Nell'adulto raggiunge valori compresi tra i 3,5 ed i 7 litri. Durante un normale atto respiratorio viene inspirato ed espirato circa 1/2 litro d'aria; massimizzando le fasi di inspirazione ed espirazione è possibile arrivare fino a 2,5 - 5,5 litri. Al termine di un'espirazione completa all'interno dei polmoni e delle vie aeree rimane comunque un certo volume d'aria, stimabile in 1 - 1,2 litri (il cosiddetto volume residuo).


APPARATO DIGERENTE
L'apparato digerente è formato dal un lungo tubo che inizia con la bocca e finisce con l’ano. Le parti principali in cui si suddivide sono:
  • Cavità boccale
  • Faringe
  • Esofago
  • Stomaco
  • Intestino Crasso
  • Intestino tenue
Alla digestione partecipano alcune ghiandole che sono adibite alla produzione dei succhi che svolgono un ruolo importante nella trasformazione degli alimenti durante la fase della digestione. Esse sono: le ghiandole salivari, il fegato e il pancreas.

La scomposizione del cibo inizia nella bocca. La lingua è un muscolo che rimescola il cibo e lo porta fra i denti i quali lo tagliano e lo sminuzzano. Nella bocca si trovano le ghiandole salivari che secernono la saliva. La saliva è un liquido che inumidisce il cibo e facilita così la masticazione. Essa contiene un enzima, chiamato ptialina, che inizia la scomposizione chimica degli alimenti. Gli enzimi sono delle proteine che si trovano in tutti gli esseri viventi ed hanno il compito di accelerare le reazioni chimiche necessarie alla vita degli organismi.
Il boccone di cibo masticato forma una pallottola umida e morbida, chiamata bolo, il quale viene deglutito passando così dalla bocca all'esofago. L’esofago è un tubo lungo 25cm che collega la bocca allo stomaco le sue pareti ricche di muscoli si contraggono e spingono il bolo nello stomaco.
Una volta entrato nello stomaco il cibo  non può tornare indietro. Al termine dell'esofago c'è una valvola, il cardias, che non permette al cibo di risalire. La parete dello stomaco è costituita da una parte esterna filamentosa, una parte muscolare e la parete interna da tessuto connettivo, ricco di vasi sanguigni, di ghiandole che secernono acido cloridrico e diversi enzimi, il più importante è la pepsina. L'acido cloridrico, scioglie il cibo e uccide i microrganismi dannosi, neutralizza l’alcalinità della saliva e trasforma il bolo in chimo di PH acido. L’ambiente acido favorisce l’attivazione degli enzimi della digestione contenuti nei succhi gastrici e secreti da altre cellule.

La digestione viene completata nell’intestino tenue (7 m di lunghezza per 3cm di diametro). Il fegato e il pancreas partecipano alla fase finale della digestione.
Il fegato, la ghiandola più voluminosa dell’organismo, è situato nella parte superiore destra dell’addome, esso produce un liquido giallo-verdastro, la bile che serve ad emulsionare i grassi riducendoli in piccolissime goccioline.
La bile prodotta si raccoglie in una vescichetta biliare o cistifellea e da qui, attraverso il coledoco, raggiunge il duodeno (parte iniziale dell’intestino) attraverso il piloro (porta dell’intestino).
Il pancreas è situato dietro lo stomaco e la cavità addominale. Esso produce e riversa nel duodeno il succo pancreatico; secerne e versa nel sangue due ormoni, l’insulina e il glucagone, grazie alla presenza di piccoli ammassi cellulari.
Il chimo proveniente dallo stomaco è sottoposto all’azione del succo pancreatico, del succo intestinale e dalla bile; questi succhi neutralizzano il chimo acido, trasformandolo in chimo basico in questo modo viene bloccata la fase gastrica della digestione e inizia la digestione enterica.
Il succo intestinale prodotto dall’intestino tenue, contiene enzimi, che completano il processo iniziato dal succo pancreatico. I prodotti della digestione, comprendenti sali minerali, amminoacidi, glucosio e glicerolo vengono assorbiti dai villi intestinali e tramite i capillari, in essi presenti, vengono versati nella vena porta e quindi nel fegato, dove vengono elaborati e utilizzati nella sintesi di proteine umane e zuccheri.
In ogni cellula avvengono due processi chimici opposti nell’utilizzo dei nutrienti, l’insieme di questi due processi è detto metabolismo. Con l’aiuto degli enzimi un processo scompone gli elementi nutrienti producendo energia. Quando gli atomi di carbone, idrogeno e ossigeno scompongono i legami che formavano le molecole di carboidrati viene liberata dell’energia; stesso discorso è valido anche per i grassi (vedi alimentazione).

Il processo opposto al precedente consiste, invece, di formare elementi complessi a partire da quelli semplici precedentemente scomposti; i semplici aminoacidi saranno legati in catene di complesse proteine.
L'ultimo tratto dell'apparato digerente è l'intestino crasso. Al suo interno vivono molti batteri che si nutrono di tutte le sostanze non digerite nell'intestino tenue. Essi costituiscono la flora intestinale e sono di grande utilità per l'organismo perché, decomponendo le sostanze alimentari ulteriormente, rendono disponibili alcune vitamine, tra cui la B1, la B2 e la K. Molti di questi batteri vengono espulsi con le feci, quelli che rimangono si riproducono continuamente. Nell'intestino crasso vengono assorbiti i sali minerali, le vitamine e l'acqua. Il materiale decomposto, quello non digeribile come le fibre e gli stessi batteri, formano le feci, che vengono sospinte dai movimenti peristaltici nell'ultimo tratto del crasso, il retto, e fuoriescono dal corpo attraverso l'ano.
Il sistema digestivo impiega circa 24 ore per completare tutto il suo processo: il cibo transita dalla bocca e nell’esofago solo per qualche secondo, poi viene trattenuto nello stomaco per circa 4 ore, trascorre poi 4/6 nell’intestino tenue. A questo punto gli elementi nutritivi sono già stati scomposti e ciò che rimane sarà condotto nell’intestino crasso.



APPARATO ENDOCRINO
Tutte le fondamentali funzioni interne del nostro organismo, sono coordinate dalle ghiandole del sistema endocrino. La coordinazione è necessaria ogni volta che parti diverse di un sistema devono lavorare insieme per raggiungere un obbiettivo comune. Ora, nel nostro organismo, ci sono miliardi di cellule ed anche queste devono lavorare in sinergia tra loro. Noi non abbiamo alcun controllo cosciente su quest’attività, infatti, tale compito spetta al sistema endocrino.

Una ghiandola endocrina è un gruppo di cellule specializzate che producono potenti sostanze chimiche chiamate ormoni. Quando queste sostanze sono secrete dalle ghiandole passano direttamente nel sangue per poter venire a contatto con le cellule del corpo. Hanno una struttura precisa che gli consente d’interagire solo con apposite cellule del organismo dette “cellule bersaglio”.
Il nostro corpo, nel corso degli anni, ha cambiato forma e dimensione molte volte dalla nascita alla pubertà. Compito di tali trasformazioni è svolto dalla ghiandola pituitaria.
L’accrescimento è solo una delle attività svolte dall’ipofisi, essa è definibile come direttrice dell’intero sistema endocrino. La troviamo divisa in due lobi: quello posteriore produce due ormoni, l’anteriore sette, uno di questi è indispensabile per l’accrescimento, è il GH (Grouf Hormon). Tale ormone aumenta durante la pubertà in cui si matura dal punto di vista sessuale.


Alcuni degli altri ormoni secreti dall’ipofisi regolano le funzioni delle altre ghiandole endocrine sparse per il corpo. Una di queste è l’ormone stimolatore della tiroide, il TSH, questa ghiandola è localizzata nel collo subito al di sotto della laringe, essa è di dimensioni maggiori dell’ipofisi ed è divisa in due lobi che girano intorno alla trachea. Secerne molti ormoni ma quello prodotto in quantità abbondanti è la tiroxina. Tutti gli ormoni tiroidei contengono iodio ed hanno una struttura simile. Quando arrivano al sangue si legano ad alcune proteine per poi giungere alle cellule bersaglio. Qui regolano le funzioni metaboliche delle stesse, ovvero i processi chimici che in esse hanno luogo.

Tanto più sono presenti ormoni tiroidei maggiore aumento sarà dell’attività cellulare con conseguente consumo energetico; viceversa, minori ormoni tiroidei provocano una diminuzione dell’attività metabolica cellulare. La produzione di ormoni tiroidei è controllata dall’ipofisi tramite un meccanismo di feedback, di retro-controllo. Funzioni analoghe sono svolte anche dalle paratiroidi, ossia piccolissime ghiandole presenti nei pressi della tiroide. Esse rilasciano l’ormone paratiroideo (PTH) che regola le distribuzione di calcio e fosforo.


Un’altra ghiandola endocrina è riconoscibile nel pancreas che ha rapporti anche con l’apparato digerente, alcune delle sue cellule, però, svolgono mansioni differenti. Questi raggruppamenti prendono il nome di Isole di Langerhans, uno degli ormoni prodotte da esse è l’insulina che regola le concentrazione di zucchero nel sangue(glicemia) e il suo uso da parte delle cellule; viene secreto nel caso in cui il glucosio raggiunga livelli elevati. L’ormone antagonista è il glucagone che garantisce che i livelli ematici di glucosio non siano troppo bassi.
Come detto, quindi, l’insieme di questi ormoni lavorano in sinergia garantendo un giusto equilibrio, od omeostasi, all’intero organismo.
Ad influenzare l’attività di tali ghiandole ed ormoni, sono anche le emozioni: rabbia, stress, paura possono richiamare la produzione di una serie di ormoni da due ghiandole poste sui reni a forma di berretto, i surreni: queste si suddividono in una porzione esterna detta corteccia, ed una interna denominata midollare. Entrambe producono due ormoni simili, uno di questi è l’adrenalina prodotta in caso di una situazione di stress. L’elevata quantità di adrenalina induce il fegato a rilasciare grosse quantità di glucosio nel sangue, producendo, quindi, più energia per il lavoro muscolare, sottrae sangue dallo stomaco per inviarlo ai muscoli.
Altre funzione svolte dall’apparato endocrino riguardano la sfera sessuale. Le ghiandole deputate a tali scopi, sono i testicoli nel maschio e le ovaie per la femmina.
Il più importante ormone maschile è il testosterone, nella femmina sono il progesterone e l’estrogeno; le loro attività sono sempre controllate dall’ipofisi.

SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso ha il compito di ricevere gli stimoli esterni e interni all’organismo, di elaborarli e produrre una risposta. Inoltre, si occupa di funzioni psichiche complesse, come la memoria, l’apprendimento e le emozioni.
I segnali esterni sono catturati da cellule specializzate, i recettori, che in molti casi si trovano raggruppate in veri e propri organi di senso.
Il sistema nervoso comprende il sistema nervoso centrale e il sistema periferico. Il primo, formato dall'encefalo e dal midollo spinale, interpreta i segnali che provengono sia dall'esterno sia dall'interno del corpo, ed elabora risposte.
Dal sistema nervoso centrale si sviluppa una rete di nervi che raggiunge ogni parte del corpo (sistema nervoso periferico). Il sistema nervoso è formato da miliardi di neuroni collegati insieme che trasportano messaggi in forma di impulsi elettrici che corrono a diverse velocità, da un minimo di 1 km l’ora ad un massimo di 450 come nel caso degli impulsi motori. I neuroni sensitivi trasportano gli impulsi dagli organi di senso, che registrano i cambiamenti relativi all’ambiente interno ed esterno, al sistema nervoso centrale. I neuroni motori portano i segnali dal sistema nervoso centrale verso i muscoli che, in risposta, si contraggono. I neuroni associativi, i più numerosi, si trovano soltanto nel sistema nervoso centrale, dove collegano i neuroni sensitivi e motori formando un complesso centro di elaborazione delle informazioni.
Il sistema nervoso periferico, a sua volta, può essere distinto in sistema nervoso somatico e autonomo o vegetativo, responsabili rispettivamente delle risposte volontarie e involontarie dell’organismo.

I NEURONI
Le cellule più importanti del sistema nervoso, quelle in grado dì ricevere e inviare dei segnali, sono i neuroni. Una delle loro principali caratteristiche infatti è quella di essere provvisti di prolungamenti: i dendriti, che raccolgono i segnali, e di un prolungamento emissario, l'assone, che trasmette i segnali ad altre cellule.

I fasci di neuroni sensitivi sono raggruppati in agglomerati detti gangli situati esternamente al sistema nervoso. La maggior parte dei nervi sensitivi trasferisce i propri impulsi al midollo spinale: un lungo cilindro costituito da tessuto nervoso che scorre all’interno della colonna, un canale protettivo formato dalle vertebre: la spina dorsale. Esso è, inoltre, protetto da tre membrane chiamate meningi. Internamente troviamo un fluido che decorre per tutta la colonna fino al cervello ed è ricoperto da un fascio di cellule nervose detto materia grigia contenente principalmente neuroni di associazione. Gli impulsi saranno trasferiti dalla materia grigia alla materia bianca più superficiale coperto da una guaina mielinica.
Le fibre nervose che uniscono il sistema nervoso centrale a tutto il resto del corpo sono costituite da assoni attorno ai quali è avvolta una sostanza bianca, la mielina, che facilita la propagazione dell'impulso nervoso. Più fibre nervose riunite formano i nervi.
Dove un assone entra in contatto con un altro neurone o un muscolo, il segnale promuove la liberazione di una sostanza chimica. Questa trasporta il segnale dal neurone trasmittente alle cellule riceventi. Le sostanze usate nella trasmissione sono chiamate neurotrasmettitori, e sinora ne sono state identificate una trentina.


IL CERVELLO
Il cervello è l’organo centrale del sistema nervoso e riceve di continuo segnali che, analizzati, danno luogo a delle risposte di vario tipo. Inoltre, controlla funzioni indispensabili alla sopravvivenza come la temperatura corporea, il battito cardiaco o il respiro. La parte superiore e più ampia è costituita dal cervello propriamente detto, diviso in due metà, gli emisferi cerebrali, che hanno un’organizzazione simmetrica rispetto al corpo. L’emisfero destro controlla la metà sinistra del corpo e quello sinistro la metà destra. Le cellule nervose sono ammassate nello strato più esterno, la corteccia cerebrale, e in alcuni nuclei centrali.

Nell’insieme solo il 25 per cento della corteccia cerebrale ha funzioni definite, per esempio motorie o sensitive. Il restante 75 per cento è rappresentato dalle cosiddette aree di associazione, in cui si trovano gran parte dei neuroni che elaborano l’informazione sensoriale. Nel caso di segnali visivi, ad esempio, le aree corticali analizzano i colori o le distanze, ma solo nell’area di associazione visiva un viso o la facciata di un palazzo sono riconosciuti come tali e viene loro attribuito un significato.
Il funzionamento del cervello richiede grandi quantità di energia sotto forma di una zucchero semplice, il glucosio. Anche se rappresenta solo il 2 per cento del peso corporeo, il cervello consuma, a riposo, ben il 22 per cento circa di tutte le energie consumate dall’organismo.
Gli emisferi cerebrali sono divisi in zone specializzate per funzioni.
  • Il bulbo contiene i centri che controllano il battito cardiaco, il respiro e la pressione.
  • Il pante contiene una rete di cellule, il sistema reticolare attivatore, responsabile dell’alternarsi del sonno e della veglia.
  • Il cervelletto controlla il tono muscolare e la coordinazione dei movimenti
  • Nell’ipotalamo si trovano i centri nervosi della fame, della sete, dell’attività sessuale e della temperatura.
IL SISITEMA NERVOSO AUTONOMO (O INVOLONTARIO)
 Ciascuno di noi è cosciente soltanto dell’attività del sistema nervoso centrale e periferico, cioè degli stimoli provenienti dall’esterno e delle risposte ad essi date. Ma c’è un’altra sezione del sistema nervoso, della cui attività non ci rendiamo conto, che regola le condizioni dell’ambiente interno del corpo. Si tratta del sistema nervoso autonomo, chiamato anche vegetativo o involontario, costituito da cellule nervoso sparse all’interno del sistema nervoso centrale o in organi distinti, i gangli. Le fibre nervose che escono da questi centri controllano il funzionamento degli organi dell’apparato digerente, cardiocircolatorio, respiratorio, escretore e riproduttivo, e la muscolatura liscia delle arterie.
Il sistema nervoso autonomo è sotto il controllo dell’ipotalamo, che rappresenta il vero centro superiore di tutto il sistema.



Esso è distinto in sistema nervoso autonomo simpatico e sistema parasimpatico. Il sistema simpatico mantiene l'organismo in una condizione di all'erta, preparandolo a una pronta risposta. Il parasimpatico favorisce il risparmio energetico e condizioni di rilassamento dell'organismo.

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